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Endesa, patto Enel-Acciona ma E.On trova l'alleato forte

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27 marzo 2007


Fuochi d'artificio sul fronte energetico spagnolo, che si prepara a vivere una lunga battaglia, anche legale. Dopo il rilancio, lunedì mattina, da parte della prima utility tedesca E.On, che ha alzato a 40 euro la propria offerta per conquistare Endesa, Enel e il gruppo di costruzioni e infrastrutture Acciona hanno chiuso un accordo per sviluppare un progetto di gestione congiunta del principale gruppo iberico per la produzione e la vendita di elettricità.

Il patto tra Enel e Acciona prevede anche il lancio di un'Opa congiunta «appena legalmente possibile» (non prima di sei mesi, quindi dal 3 ottobre, dopo l'altolà della Comisión nacional del mercado de valores, la Consob spagnola), qualora l'offerta di E.On non raggiunga il 50,01% del capitale. Il prezzo non sarà inferiore a 41 euro per azione, pari a una valutazione di 42,35 miliardi. Lo ha comunicato la società che fa capo alla famiglia Entrecanales in una nota alla Cnmv.

Il titolo Endesa ha risposto in maniera brillante: è volato in Borsa (+3,65%) a 40,06 euro, già oltre il prezzo stabilito dall'Opa tedesca (accettata ufficialmente lunedì 26 marzo, dal cda di Endesa presieduto da Manuel Pizarro), segno che il mercato crede nella contro-offerta annunciata dagli alleati italo-spagnoli. Tutta da scoprire, tuttavia, la reazione degli investitori da martedì mattina alla scadenza dell'Opa tedesca , il 3 aprile (6 aprile negli Stati Uniti), dopo che nella serata di lunedì il terzo socio forte in Endesa, gli spagnoli di Caja Madrid, ha annunciato di schierarsi con E.On e di avere chiuso un contratto di equity swap di durata biennale per cedere la propria quota azionaria di poco inferiore al 10 per cento. La banca spagnola manterrà, però, i diritti di voto e potrà quindi eleggere liberamente i propri rappresentanti nel cda di Endesa. Enel ha già affidato già agli avvocati la valutazione della legittimità della mossa. Caja Madrid, forse più sensibile alla posizione assunta dal Partido Popular (forza politica di opposizione nettamente contraria all'arrivo degli italiani), si assicura l'incasso a 40 euro ad azione e, in cambio, garantisce a E.On come minimo una consistente posizione di socio di minoranza nel caso di una battaglia legale di lunga durata.

In base all'accordo tra l'ex monopolista italiano e Acciona la sede e la direzione di Endesa saranno in Spagna. Le due società apporteranno progressivamente le azioni Endesa in una holding di controllo di cui gli iberici avranno il 50,01% ed Enel il resto. L'operazione dovrebbe essere accompagnata dall'acquisizione da parte di Acciona di un'ulteriore quota pari al 3,974% di Endesa (che porterà così il gruppo di costruzioni spagnolo al 25% nella società elettrica). Enel invece «acquisterà ogni altra azione» che verrà consegnata in Opa. Il gruppo guidato dall'amministratore delegato Fulvio Conti potrebbe raggiungere così - nel caso di totale adesione all'offerta - un massimo del 75% del capitale di Endesa, acquistando fino ad un 50% dopo aver già messo in portafoglio circa il 25%, tra quota già acquistata (9,9%) e quelle opzionate con Ubs e Mediobanca (14,9%). Infine il destino di Viesgo, sesta società energetica spagnola, di cui Enel ha il controllo: dovrebbe essere integrata in Endesa, anche se ci sarà da fare i conti con una serie di autorizzazioni amministrative, alla luce delle quali si potrebbe riconsiderare l'operazione se fosse imposto l'obbligo di cedere asset di Endesa.

Nel pomeriggio il cda di Endesa aveva concordato, all'unanimità, di valutare con favore l'offerta pubblica di acquisto formulata da E.On a 40 euro per azione e ha raccomandato agli azionisti di aderire all'offerta. Una scelta scontata, a conferma di una posizione già presa da tempo. In serata è arrivato poi l'ok di Caja Madrid. I tedeschi avevano rilanciato poche ore prima dai 38,75 euro precedenti (per un totale di 42,4 miliardi di euro contro i precedenti 41) annunciando di voler esercitare «tutte le opzioni legali contro le azioni intraprese da Enel e Acciona che la Cnmv ha già dichiarato illegali». E.On potrebbe assumere iniziative anche contro il governo Zapatero.

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