«Anche se la Pirelli avesse deciso di non inserirmi nella lista per il consiglio di Telecom Italia, mi presenterei ugualmente in assemblea: a tutti gli effetti sono il presidente di Telecom Italia e guiderò l'assemblea. Non intendo dimettermi per nessuna ragione: in gioco c'è il futuro della più importante azienda del Paese». Questo è stato il commento rilasciato martedì sera al Sole 24 Ore da Guido Rossi in merito alle voci insistenti di dimissioni del presidente di Telecom, in vista della scadenza di oggi, mercoledì 4 aprile, per le candidature del consiglio.
Rossi intende dunque seguire una linea dura e coerente: martedì sera non aveva avuto ancora alcuna garanzia di essere stato inserito nella lista di maggioranza per il cda, ma l'incertezza ha solo rafforzato il suo proposito di restare al vertice della compagnia fino ai termini previsti dalla legge.Il clima è dunque incandescente e solo oggi le incognite si scioglieranno. Ma intanto, i fari restano puntati sul riassetto del gruppo telefonico.
E dietro le quinte riappare, a quasi dieci anni di distanza, il nome di Deutsche Telekom. Mentre la Pirelli di Marco Tronchetti Provera (0,89% ieri in Borsa) è seduta al tavolo delle trattative con il colosso americano At&T di Edward Whitacre e la messicana América Móvil del magnate Carlos Slim per rilevare il 66% di Olimpia, le principali banche d'affari, Intesa Sanpaolo, Capitalia, Mediobanca più altri primari istituti, stanno studiano un'alternativa all'offerta ricevuta da Pirelli.
Anche il vicepresidente di Telecom Italia, Carlo Buora, si sarebbe tra l'altro incontrato proprio martedì con i rappresentanti di AT&T. Come è noto, i due pretendenti stranieri hanno offerto alla Pirelli 2,82 euro per azione: in Borsa il gruppo quota ora a 2,37 e ieri è salito dell'1,39 per cento. Sullo sfondo rimane ancora il progetto, il cui maggior sponsor era Intesa Sanpaolo, anche se ieri si è parlato anche di un coinvolgimento personale di Buora nella ricerca di una nuova cordata. Ed ecco, secondo quanto appreso da fonti finanziarie, il colpo di scena: mettere in piedi un'alternativa di respiro europeo, con la benedizione del mondo politico.
L'idea, che sarebbe ben vista da Palazzo Chigi, è quella di coinvolgere una compagnia telefonica europea in una cordata a cui partecipino anche imprenditori italiani. E chi potrebbe essere il «cavaliere bianco» continentale? Due sono le ipotesi: la prima, che coinvolge anche la politica estera, chiama in causa Deutsche Telekom. Per la compagnia telefonica tedesca, ancora in mano pubblica, si tratterebbe di un ritorno clamoroso su Telecom dopo il tentato fidanzamento del 1999 quando la compagnia, allora guidata da Ron Sommer, provò per un momento di contrastare l'Opa di Roberto Colaninno e Chicco Gnutti.
Su questo progetto si sono già mossi i rispettivi governi: il premier Prodi e il cancelliere tedesco Angela Merkel avrebbero avuto contatti informali. Il tutto con la mediazione di Franco Bernabé, vicepresidente di Rothschild, ma soprattutto il manager che otto anni fa era l'amministratore delegato di Telecom e fu il primo sponsor del matrimonio con Dt. Il coinvolgimento della compagnia tedesca, tra l'altro, può essere letto come una versione più ampia di un piano proposto da Alessandro Profumo, numero uno di UniCredit, che nelle settimane scorse aveva avanzato l'idea di un merger di Tim con Dt in cambio di una quota della compagnia tedesca.
Il progetto Deutsche Telekom rispetto allo scenario messicano-statunitense avrebbe il vantaggio di portare in casa un operatore comunitario, quindi meno pericoloso per l'italianità perché all'interno del sistema di regole e di mercato dell'Unione Europea. Non solo, anche Berlino avrebbe un suo vantaggio: la mossa permetterebbe al Governo Merkel, ancora azionista di maggioranza dell'ex monopolista, di privatizzare Dt, unico incumbent europeo a essere in mano pubblica, come conseguenza dell'effetto diluizione che seguirebbe a un'aggregazione con Telecom Italia.
La seconda ipotesi, invece, vede coinvolta Telefonica. La compagnia spagnola di Cesar Alierta, che aveva avviato colloqui con Pirelli, di fatto non hai mai smesso di guardare a Telecom e ora, forte del ritrovato asse Roma-Madrid saldato dall'accordo Enel-Endesa, potrebbe tornare alla carica