Il vertice di Telecom Italia presenta compattamente le dimissioni. Il presidente Pasquale Pistorio, il vice-presidente esecutivo Carlo Buora e l'amministratore delegato nonché direttore generale Riccardo Ruggiero hanno deciso ieri di dimettersi, in modo da consentire al prossimo consiglio di cooptare il nuovo vertice indicato dagli azionisti di riferimento. Il consiglio di Telecom Italia è stato quindi convocato lunedì 3 dicembre in sede straordinaria.
Si insedieranno dunque, come previsto, Gabriele Galateri alla presidenza e Franco Bernabè nella posizione di amministratore delegato. Probabilmente Generali indicherà il terzo consigliere mancante (non sarà però l'a.d. Giovanni Perissinotto) al posto di Buora, al quale ieri era stato offerto di restare in consiglio fino alla scadenza della prossima primavera, rinunciando però alle deleghe. Ma Buora, che era rimasto al timone della finanza del gruppo anche dopo la burrascosa uscita di Marco Tronchetti Provera dalla presidenza (ormai più di un anno fa), ha deciso questa volta di declinare l'invito.
Del resto l'organigramma uscito dalle decisioni dei nuovi soci di riferimento prevedeva solo due cariche di vertice. E cioè quella di presidente, con il compito di gestire la governance e il rapporto con gli azionisti, e quella di amministratore delegato, riconosciuto come unico capo-azienda. È dunque scontato che tutte le deleghe operative saranno concentrate nelle mani di Bernabè, mentre sono ancora da definire con precisione le competenze di Galateri, il quale avrà comunque un ruolo di garanzia per quanto riguarda la governance.
Per la ratifica delle designazioni non è stato necessario alla fine l'ulteriore passaggio al consiglio di amministrazione di Telco che i nuovi azionisti (Telefonica, Generali, Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Sintonia-Benetton) avevano preso in considerazione. In qualche modo il passo indietro dell'intero vertice Telecom li ha tolti dall'imbarazzo.
Il consiglio di amministrazione della holding, che detiene il 23,6% di Telecom, si riunirà effettivamente oggi come previsto, alle 10.30 presso la sede di Mediobanca, ma con l'unico punto all'ordine del giorno dell'incorporazione di Olimpia. Questo senza pregiudicare la posizione degli spagnoli di Telefonica, nonostante recenti ritocchi degli accordi avessero creato un po' di confusione a riguardo.
Il patto parasociale (insieme con lo statuto di Telco) è stato frattanto modificato nuovamente (si veda l'annuncio a pagina 44) per tener conto delle disposizioni dell'Anatel, l'Authority delle tlc brasiliana, che si era pronunciata il 23 ottobre scorso stabilendo l'obbligo di separazione tra le attività nel Paese sudamericano di Telefonica e Telecom Italia, che in Brasile controllano i due principali operatori di telefonia mobile.
In particolare Telefonica si impegna a non partecipare, né a votare, né a esercitare il diritto di veto «nelle assemblee, nei consigli di amministrazione e nei comitati di Telco, Olimpia e Telecom Italia, o di ogni altra società direttamente o indirettamente controllata da Telecom Italia aventi per oggetto materie relative allo svolgimento di attività di telecomunicazioni nel mercato brasiliano».
Telefonica non potrà neppure indicare amministratori o funzionari nelle società brasiliane controllate da Telecom, né entrare nel controllo diretto o indiretto di queste ultime. Telefonica inoltre darà disposizione alle sue controllate brasiliane affinché non entrino in rapporti con le controllate di Telecom, come stabilito dall'Authority locale. Gli ordini del giorno e i verbali delle riunioni che hanno per oggetto il mercato brasiliano dovranno essere consegnati al l'Anatel entro 30 giorni.