La tensione sui mercati valutari, delle materie prime e dei metalli preziosi, frutto della fuga continua degli investiotri dalle Borse di tutto il mondo, non accenna a stemperarsi. La moneta unica, bruciando una raffica di record, ha toccato il nuovo massimo storico subito dopo la conferenza stampa del numero uno della Banca centrale europea, Trichet: 1,5359 dollari. Procede senza soste anche la corsa dell'oro, che ha raggiunto un nuovo massimo storico a 991,68 dollari l'oncia. Il metallo giallo ha così migliorato il top fatto segnare alla vigilia a 991,47 dollari.
Il petrolio non è da meno e segna nuovi massimi, sulla scorta dell'indebolimento del dollaro, dei deludenti dati sugli stock Usa e delle tensioni tra Venezuela e Colombia. Il barile Wti sfiora ormai la soglia dei 106 dollari al barile, nelle contrattazioni elettroniche al mercato delle merci di New York, il Nymex: le quotazioni hanno segnato un nuovo record a 105,96 dollari al barile. Ad alimentare la spinta anche un'esplosione avvenuta nella notte (ore 3,45 locali) a New York in Times Square. Nella settimana conclusa lo scorso 29 febbraio, secondo il Dipartimento dell'Energia, le scorte americane di greggio sono scese di 3,1 milioni di barili. Quelle di benzina sono salite di 1,7 milioni di barili. Quelle di prodotti distillati sono scese di 2,4 milioni di barili.
A pesare sui futures del greggio anche la decisione del cartello petrolifero dei Paesi dell'Opec di non incrementare la produzione. Secondo una nota conclusiva «l'aumentata incertezza e volatilità richiedono una continua vigilanza sui mercati, reiterando l'impegno dei paesi membri alla stabilità e per assicurare forniture adeguate». (Al.An.)
