Nuovi attacchi della guerriglia alle installazioni petrolifere nigeriane hanno dato un ulteriore impulso alle quotazioni del petrolio, già sostenute dall'indebolimento del dollaro sul mercato valutario. Il greggio nordamericano Wti per consegna in giugno ha toccato nel pomeriggio il record assoluto di 122,47 dollari al barile, mentre il Brent ha sfiorato i 121 dollari.
Uno studio pubblicato da Goldman Sachs non lascia sperare in un rapido ritorno dei prezzi verso il basso: l'analisi di Arjun Murti – colui che scosse il mercato nel marzo 2005 profetizzando livelli tra 50 e 105 dollari entro il 2009 – afferma che in un periodo compreso tra 6 e 24 mesi il Wti si collocherà in una fascia di 150-200 dollari a causa dell'insufficiente crescita dell'offerta. Prima raggiungerà il suo picco, prima il prezzo accuserà un tracollo, che sarà propiziato da un calo della domanda nei Paesi sviluppati, in particolare negli Stati Uniti. In sostanza, dice Murti, è iniziato il finale di partita. E il mercato dovrebbe ritrovare un suo equilibrio solo nel 2012.