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La Fed lascia invariati
i tassi Usa. Pesa l'incertezza

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25 maggio 2008
Trichet (Bce): «Si avvicina il rialzo dei tassi d'interesse»

La Federal Reserve ha lasciato invariato il costo del denaro con il tasso sui fed funds fermo al 2% e quello di sconto al 2,25 per cento. La decisione presa dal Fomc (Federal open market committee), il braccio operativo della banca centrale degli Stati Uniti, al termine di una riunione di due giorni, era ampiamente attesa dal mercato. Tuttavia la decisione non è stata unanime: tra i 10 membri dei Fomc, nove hanno votato a favore dell'invarianza dei tassi, mentre Richard Fisher, presidente della Fed di Dallas, avrebbe preferito un aumento del costo del denaro.

Con la sua decisione la Fed ha messo fine alla serie di tagli al costo del denaro iniziati alla fine della scorsa estate, che hanno segnato la politica monetaria più aggressivamente espansiva dell'ultimo ventennio. «Il Fomc si aspetta che l'inflazione si moderi nel corso dell'anno e l'anno prossimo», si legge nel comunicato che accompagna la decisione del comitato guidato da Ben Bernanke. «Tuttavia, alla luce dei continui aumenti dei prezzi energetici e di altre materie prime e del livello elevato di alcuni indicatori delle aspettative inflazionistiche, resta alta l'incertezza sullo scenario dell'inflazione».

Il numero uno della Fed, Ben Bernanke, e gli altri banchieri centrali, hanno passato in rassegna i più recenti indicatori economici - ha scritto l'agenzia Bloomberg - arrivando alla conclusione che gli Usa probabilmente eviteranno una vera e propria recessione. «Anche se restano rischi al ribasso per la crescita - spiega la nota del Fomc - questi sembrano essere diminuiti in una certa misura, e i rischi al rialzo per l'inflazione e le aspettative inflazionistiche sono aumentati». Nel documento il Fomc promette un'elevata vigilanza: «Il Comitato - si legge - continuerà a monitorare gli sviluppi economici e finanziari, e agirà come necessario per promuovere crescita economica sostenibile e stabilità dei prezzi».

Dopo la decisione della Fed i listini a Wall Street hanno incrementato i guadagni. A meno di due ore alla fine della seduta, il Dow Jones saliva di 78,25 punti (+0,66%), a quota 11.885,68 punti, mentre il Nasdaq guadagnava 43,98 punti (+1,86%), a 2.412,32 punti. In crescita anche lo S&P 500, che avanzava di 17,35 punti (+1,32%), a 1.331,64 punti.

I titoli di stato a scadenza decennale, considerati un benchmark del settore, hanno invece perso terreno cedendo 12/32 punti a quota 97 23/32 punti, con i rendimenti in rialzo al 4,16%, mentre i trentennali arretravano di 13/32 punti a 95 4/32 punti, con i rendimenti al 4,67 per cento. I bond a cinque e due anni si sono attestati al ribasso rispettivamente a quota 99 13/32 punti e a 99 27/32 punti, con i rendimenti al 3,63% e al 2,95 per cento.

Sul mercato valutario l'euro ha incrementato i guadagni sul dollaro, mentre la divisa statunitense ha continuato a crescere sullo yen. L'euro in serata è stato scambiato a quota 1,5610 dollari, in rialzo rispetto agli 1,5585 dollari dell'apertura e agli 1,5579 dollari dell'ultima rilevazione di ieri. Il biglietto verde è in rialzo sulla divisa giapponese a quota 108,20 yen, contro i 107,94 yendell'apertura e i 107,90 yen dell'ultima rilevazione di ieri.

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