Era tutto previsto. O quasi. La sorpresa maggiore nel cambio di governance in Mediobanca con il ritorno dal duale al tradizionale. è Marina Berlusconi - 42 anni, presidente di Fininvest (azionista con il 2,06%) e figlia del presidente del Consiglio - indicata dai soci industriali del patto di sindacato (gruppo B, gli altri sono i soci bancari del gruppo A e quelli internazionali del gruppo C), che entra nel consiglio di amministrazione. Il presidente di Unicredit, Dieter Rampl, già vicepresidente del consiglio di sorveglianza, è stato indicato alla vicepresidenza della prima merchant bank italiana, crocevia dei "salotti buoni" della finanza nazionale (tra le partecipazioni cruciali quelle in Generali, Rcs Media Group e Telecom Italia), insieme a Marco Tronchetti Provera, presidente della Pirelli, il primo come espressione dei soci bancari e il secondo di quelli industriali.
Marina Berlusconi è entrata nel nuovo consiglio di amministrazione di Mediobanca al posto di Giancarlo Cerutti, presidente del gruppo editoriale Sole 24 Ore, che continuerà a dare il suo contributo all'interno del patto di sindacato. Secondo il finanziere Tarak Ben Ammar, «un doppio gesto elegante». «È stata una sua proposta - ha spiegato il consigliere franco-tunisino - perché il gruppo Fininvest ha l'1% nel patto e l'1% fuori dal patto. È un signore molto elegante, il signor Cerutti, ha proposto che venisse in consiglio chi aveva più azioni di lui». Quindi, «un gesto due volte elegante perché ha lasciato spazio a una signora».
Riguardo ai dettagli sulla nuova governance di piazzetta Cuccia, varata secondo copione dopo una lunga fase di trattative dai soci del sindacato (con due voti contrari, quelli degli industriali Pecci e Zannoni), i componenti del comitato nomine sono stati fissati nel numero di 6 e che il presidente del comitato stesso non avrà la possibilità del doppio voto. In caso di parità, sul tema delle nomine nelle partecipate, la decisione verrebbe rimessa al consiglio d'amministrazione. Tra i primi commenti spicca quello di Rampl. «Ora siamo soddisfatti - ha detto il presidente di Unicredit - avevamo sollevato tre punti cruciali e sono stati accolti. Ha vinto Mediobanca». In particolare, ha spiegato Rampl, «tutti i cinque manager (in primis l'ex presidente del Consiglio di gestione, Renato Pagliaro, e il consigliere delegato Alberto Nagel) saranno nel Cda e anche nell'esecutivo». Inoltre, ha aggiunto, «il comitato nomine è ben equilibrato». Ecco perché, ha concluso il top manager, «penso che sia un buon accordo per tutti noi».
Il presidente di Mediobanca, Cesare Geronzi, si è detto «molto soddisfatto». La soluzione concordata oggi, secondo ambienti vicini alla presidenza, non è stata un «ritorno al passato», ma piuttosto «una innovazione assoluta», dal momento che, con il ritorno al sistema monistico, Piazzetta Cuccia «coinvolge i manager, mantenendo quello di buono che c'era nel sistema duale». «È stata raggiunta - secondo Geronzi - una buona soluzione in piena concordia e nei tempi previsti».
Nel corso dell'assemblea del patto è stata avanzata la proposta di rinnovare l'accordo di sindacato per due anni, ma la contrarietà di alcuni soci ha portato l'accantonamento del progetto. L'ipotizzato rinnovo del patto, secondo quanto risulta a Radiocor, era contenuto nelle carte preparatorie della riunione. L'idea di prorogare la durata del patto di sindacato di un biennio, che sarebbe stata sostenuta tra gli altri dal presidente del consiglio di sorveglianza Cesare Geronzi, non avrebbe trovato il sostegno dei soci, alcuni dei quali si sarebbero dichiarati contrari.
Tuttavia i soci esteri del gruppo B hanno fatto sapere che rimarranno nel patto di Mediobanca anche dopo la scadenza prevista per dicembre 2009 e si dichiarano sin da ora favorevoli a rinnovare l'accordo. Lo ha detto il capofila dei soci stranieri dell'accordo parasociale di piazzetta Cuccia, Vincent Bollorè, mentre lasciava la sede dell'istituto dopo le riunioni di oggi per il varo della nuova governance. Alla domanda se i soci esteri rimarranno nel patto anche dopo il 2009, Bollorè ha risposto: «Certo, Mediobanca è una bellissima maison. Noi personalmente siamo investitori stabili».
La nuova governance di Mediobanca suddividerà i poteri sulle partecipazioni più delicate dell'istituto. Al Cda sarà riservata la movimentazione per quote superiori al 15% del possesso all'inizio di ciascun esercizio delle partecipazioni in Generali, Rcs e Telco (Telecom). Per quote inferiori le competenze sono del comitato esecutivo. Il comitato nomine invece «delibera sulle proposte formulate dall'amministratore delegato sentito il presidente, in merito alla nomina degli organi sociali di Generali, Rcs e Telco».