Alla fine hanno firmato tutti. Le ultime due sigle, Avia e Sdl, assistenti di volo, convocate ieri mattina a Palazzo Chigi, hanno detto sì all'accordo con la Cai.
È la prima volta che c'è l'accordo di tutti: il piano Mengozzi, nel 2003, fu bocciato da tutte le sigle, quello di Cimoli, nel 2004, dagli assistenti di volo del Sult. «Il successo del piano Cai dipende dall'entusiasmo e dalla volontà dei dipendenti», ha detto ieri sera il presidente della società, Roberto Colaninno.
La sua è una corsa contro il tempo per avere la licenza e cominciare a operare. Ma sulla scelta del partner straniero l'imprenditore mantovano ha dichiarato di «non avere fretta» e che la scelta si baserà sulle «sinergie industriali» e non su elementi finanziari. «In questa vicenda non c'è stato nulla di politico. Partire dicendo che ho bisogno di qualcuno perché non so fare il mestiere è una cosa che non accetto per Dna», ha detto Colaninno, che sta valutando sia l'ipotesi Lufthansa che quella Air France.
Ora la partita Nuova Alitalia è tutta in mano a Cai. Il Governo, come ha detto ieri il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, «si tira indietro». Nessuna interferenza sul partner estero o sulle scelte industriali: «Spetta alla nuova compagnia decidere l'alleato migliore». Il Presidente del Consiglio ha voluto giustificare la sua presenza «solo telefonica» nelle ultime battute dei negoziati: «Magari qualcuno della sinistra per fare un dispetto a me si impuntava ancora di più». E comunque è soddisfatto: «La trattativa è andata a sbattere contro privilegi cristallizzati da anni e che rendevano impossibile la gestione positiva dell'azienda».
Le spaccature sindacali e le firme che si sono aggiunte categoria dopo categoria sono state la prova della difficoltà del negoziato. Quelle di Avia e Sdl sono arrivate per ultime e comunque con la sottolineatura negativa, da parte dei due leader sindacali, di essere stati messi di fatto «con le spalle al muro» dagli altri che avevano già firmato.
Per Antonio Divietri e Fabrizio Tomaselli la partita, però, non è chiusa: quella di ieri è stata «una firma tecnica, l'intesa dovrà essere approvata con un referendum tra i lavoratori». Poi bisognerà approfondire gli argomenti del contratto e dell'accordo quadro al tavolo con la Cai. Avia e Sdl hanno ottenuto una "nota a verbale" da aggiungere all'accordo quadro: innanzitutto gli assistenti di volo, all'interno del contratto unico, avranno una specifica area contrattuale, per salvaguardare la diversa rappresentatività. Nella selezione delle risorse umane si terrà conto anche dell'anzianità maturata nelle aziende di provenienza. Per le ulteriori necessità di personale si attingerà al bacino degli assistenti di volo in cassa integrazione e mobilità, con criteri da definirsi. Queste due concessioni erano state fatte anche ai piloti. Ma nella nota si specifica anche che «saranno definiti anche i criteri di gestione delle basi operative in coerenza con il piano industriale». In altre parole, la presenza degli equipaggi negli aeroporti, dal dimensionamento delle basi al trasferimento del personale. Molti assistenti dovranno cambiare città. Secondo un calcolo di Avia, il numero degli esuberi dovrebbe essere 1.500 persone. Rispetto ai 4.600 in organico in Alitalia verranno assunti 3.300. Ai 1.300 che derivano dalla sottrazione dovranno essere aggiunti i precari.
Intanto la scelta del partner estero continua a dividere la politica. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, An, sta contattando direttamente Air France e Lufthansa per capire «come stanno le cose» e ha annunciato una trattativa con Cai per Fiumicino. Dal Governatore lombardo, Roberto Formigoni, continua invece il pressing su Lufthansa per rilanciare Malpensa.
