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Alitalia, il rebus del socio estero

di Gianni Dragoni

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28 SETTEMBRE 2008

La scelta del socio estero francese o tedesco è in primo piano nel cantiere per la costruzione della nuova Alitalia. L'adesione dei piloti al nuovo contratto di lavoro proposto dalla Cai, la cordata italiana guidata da Roberto Colaninno e Intesa Sanpaolo, ha notevolmente ridotto la tensione sindacale. Mancano le adesioni di Avia e Sdl, il sindacato più rappresentativo tra gli assistenti di volo. Oggi sono in corso assemblee di hostess e steward a Fiumicino, i voli sono regolari. Domattina, lunedì 29 settembre, le due sigle saranno a Palazzo Chigi e potrebbe così concludersi il capitolo del controverso contratto, che taglia le buste paga e aumenta la produttività.

L'attenzione dei futuri proprietari della polpa buona di Alitalia (sommata alle attività di Air One) ormai va oltre il contratto, è diretta alla ricerca della miglior combinazione con un partner del mestiere che coniughi un valido apporto industriale, commerciale e capacità di gestione e non intacchi il vincolo posto dal Governo alla base di questa operazione, la cosiddetta "italianità". Non sarà facile rispettare questo principio, perché chiunque sia il partner, è evidente che, nella sostanza, vorrà avere una responsabilità diretta nella gestione ed essere coinvolto nelle scelte più delicate.

Air France accetta Malpensa
Air France-Klm, legata ad Alitalia da un'alleanza che risale al luglio 2001, si accontenterebbe in questa fase di avere il 20% della società, corrispondente a un investimento di circa 200 milioni di euro. Per superare le obiezioni del Pdl di voler puntare su Fiumicino, Air France ha fatto sapere al Governo che non ha preferenze tra Roma o Malpensa: "la scelta la facciano pure il Governo o la Cai, è il messaggio di Jean-Cyril Spinetta, purché l'hub per i voli intercontinentali sia solo uno e le attività non siano frammentate tra due aeroporti, il che sarebbe antieconomico". In caso di rottura dell'alleanza con i francesi, che hanno fatto entrare Alitalia nel raggrupamento SkyTeam, Alitalia dovrebbe pagare una penale di 120 milioni complessivi. Un onere da valutare nelle trattative, anche se è probabile che, in caso di sciogliemnto degli accordi con Parigi, a pagare non siano i soci della Cai ma la vecchia Alitalia, la bad company, che resta a carico degli azionisti, dei creditori e dello Stato.

Lufthansa vuole il 40%
Lufthansa, preferita dalla Lega Nord, da buona parte dei politici del Nord e della Pdl perché ha sempre detto che il mercato che vuole sviluppare è quello intorno a Malpensa, aspira però ad avere oltre il 40% della società. E questa è una quota che le assegnerebbe chiaramente uno schiacciante ruolo guida, fin dal primo momento. E' ciò che non vuole il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che il 15 settembre ha indicato Lufthansa come il partner ideale, ma che tuttavia continua a insistere sul ruolo "minoritario" del futuro partner estero. "C'è una clausola che impone ai partecipanti di non cedere la maggioranza per un periodo di almeno cinque anni. Io escludo, perché questo è stato proprio il significato della nostra azione di Governo su Alitalia, che la nostra compagnia di bandiera possa essere detenuta in maggioranza da gruppi o compagnie straniere", ha detto il premier. "Il partner lo sceglierà la Cai", secondo Berlusconi. Ma sarà decisivo il gradimento del Governo, come dimostrano i colloqui avuti dal sottosegretario Gianni Letta sia con l'ambasciatore dei francesi, Francesco Mengozzi, sia con il numero uno di Lufthansa, l'austriaco Mayrhuber.

Sabelli al doppio negoziato
«Il controllo resterà in mani italiane e l'alleato avrà una partecipazione di minoranza», ha affermato l'amministratore delegato di Cai, Rocco Sabelli. «Dopo l'accordo con i sindacati, possiamo occuparci della partership con più tranquillità e maggior forza negoziale. Faremo in ogni caso una scelta industriale tra Air France e Lufthansa». I tempi saranno «brevi, ma non posso dare un termine. Dalla prossima settimana potremmo sederci attorno ad un tavolo con l'uno e con l'altro per definire rotte, sinergie, vantaggi: si farà l'interesse della clientela e degli azionisti». Parlando dell'accordo raggiunto con i piloti, l'amministratore delegato di Cai spiega che «è stato calibrato tutto per soddisfare le controparti senza incidere sui costi. Alla fine il conto del piano Fenice sarà più alto solo di 2,8 milioni di euro, di cui 1,5 milioni per il trattamento economico e 1,3 milioni per la nuova qualifica degli assistenti di volo avr e di secondo».

Secondo Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, la nuova compagnia "sarà pronta a volare dal primo novembre. Sceglieremo il partner che potrà apportare il maggior contributo allo sviluppo della nuova compagnia".

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