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Via libera la piano di Bush ma Wall Street chiude in calo

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3 ottobre 2008

Questa volta non ci sono state brutte sorprese: è passato alla Camera dei rappresentanti, nonostante i voti contrari di una nutrita schiera di repubblicani, il piano salva-finanza da 850 miliardi di dollari messo a punto dal segretario al Tesoro, Henry Paulson. Wall Street era rimasta negli ultimi minuti con il fiato sospeso. L'attenzione degli operatori era tutta concentrata sulle immagini provenienti dalla Camera, dove erano in corso le operazioni di voto. La Legge di stabilizzazione economica di urgenza 2008 alla fine ha avuto disco verde con 263 sì e 171 no.

Il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha firmato dopo appena 90 minuti, una promulgazione a tempo di record. Del resto poco prima aveva definito la legge appena approvata vitale «per aiutare l'economia Usa a sopravvivere alla tempesta finanziaria». Bush ha riconosciuto che «occorrerà del tempo» affinché gli effetti del piano - che secondo alcuni osservatori non può essere considerato la panacea a fronte di una crisi economica profonda (oggi il dato sull'incremento dei disoccupati ben oltre le previsioni) - si facciano sentire. «Abbiamo mostrato al mondo che gli Stati Uniti stabilizzeranno i nostri mercati e manterranno un ruolo di leader nell'economia globale», ha comunque sottolineato Bush.

Quanto a Paulson, ha promesso azioni rapide dopo l'adozione del piano di salvataggio. «Sono molto riconoscente che la legge sia stata oggi approvata. È veramente positivo», ha dichiarato il responsabile del Tesoro alla stampa dopo il via libera. «Agiremo rapidamente per metterlo in opera», ha dichiarato Paulson.

L'altro artefice del piano, il presidente della Riserva Federale Usa, Ben Bernanke, ha ribadito che la banca centrale farà tutto quanto in suo potere per cercare di allentare la grave crisi del credito e «continuerà a lavorare con il Tesoro nell'adozione delle nuove iniziative». Bernanke ha preicsato in una nota che le autorità monetarie «continueranno a utilizzare tutti i loro poteri per mitigare gli scossoni sul mercato e sostenere un'economia forte». Dal presidente della Fed è giunto, ovviamente, anche il plauso all'approvazione data dalla Camera al piano Paulson, «un passo critico verso la stabilizzazione dei nostri mercati finanziari e per l'assicurazione di un flusso ininterrotto di credito alle famiglie e alle imprese».

Subito dopo l'ok al pacchetto monstre la Borsa di New York è virata in negativo: lo Standard & Poor 500 ha chiuso con un calo dell'1,35%, il Dow Jones ha lasciato sul campo l'1,50% mentre il Nasdaq ha accusato una flessione dell'1,29%. All'euforia che ha caratterizzato l'attesa del voto è seguito un preoccupato realismo per l'effettiva tenuta dell'economia e anche un più pragmatico selling on news. Sempre in forte rialzo, comunque, la banca Wachovia che ha annunciato un piano di fusione con Wells Fargo. In pesante ribasso Citigroup che aveva un precedente accordo con Wachovia per rilevarne le attività bancarie. Citigroup promette battaglia ritenendo che sia stato infranto il suo diritto di esclusiva. (a cura di Alberto Annicchiarico)

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