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La Bce taglia il costo del denaro
Trichet richiama le banche

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6 novembre 2008

Va bene che la fiducia non si può accordare tanto alla leggera, a maggior ragione di questi tempi. Ma visto che le garanzie ci sono, la Bce ne ha messe sul piatto in abbondanza, non si capisce perché il mercato interbancario resti anemico come mai in passato. Con ricadute pesanti sulle tasche delle famiglie e sui conti delle imprese.

Ecco perché durante la conferenza stampa seguita alla comunicazione del taglio dei tassi, il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claud Trichet ha - fatto piuttosto inusuale - accentuato i toni di "moral suasion" nei confronti delle banche. «In un mese abbiamo tagliato il costo del denaro di un punto percentuale (dal 4,25% al 3,35%, ndr), forniamo liquidità a tasso fisso e per quantità illimitate, mentre i governi hanno posto forme di garanzie statali sul mercato interbancario», ha evidenziato Trichet.

Ebbene, tutto questo, secondo il presidente dell'Eurotower, non si è ancora riflesso nel mercato monetario, dove resta uno spread elevatissimo tra il tasso di politica monetaria e l'Euribor, il parametro a cui sono indicizzati mutui, prestiti commerciali e obbligazioni a tasso variabile. Oggi pomeriggio, dopo il taglio di mezzo punto del Refi, l'Euribor a tre mesi valeva il 4,52%, prima del taglio di 50 punti base era al 4,59%. In pratica è sceso di soli 7 punti base, invece di 50 punti. Nei fatti con il Refi al 3,25%, l'Euribor a tre mesi dovrebbe valere intorno al 3,50%, invece viaggia ben 100 punti base sopra il suo livello naturale.

Una situazione che giustamente preoccupa Trichet. «Il comportamento delle banche - ha rimarcato il banchiere centrale - dovrebbe riflettere pienamente quanto fatto dalle Bce e dai governi europei. Non è una minaccia, ma un incoraggiamento alle banche affinché si assumano le loro responsabilità». Il numero uno dell'Eurotower ha peraltro riconosciuto come un ritorno dei tassi Euribor alla normalità «richieda tempo», dato che tra gli operatori bancari permane una forte avversione al rischio di solvibilità.

Non a caso le banche impiegano la liquidità depositandola presso la banca centrale (ormai l'ammontare è vicino nell'ordine dei 300 miliardi di euro) invece che prestarsela attraverso il canale interbancario. Questa situazione «rappresenta un problema e stiamo riflettendo su come riuscire a ripristinare il funzionamento del mercato monetario'», ha detto ancora Trichet. La buona notizia è che, nonostante i problemi del mercato monetario, non si registrano fenomeni di vero credit crunch, ovvero razionamento del credito.

Certo, i tassi di mercato monetario restano onerosi, ma il presidente dell'Eurotower ha evitato di prendere posizione rispetto a quanti reclamano un cambiamento dei parametri a cui sono indicizzati mutui e prestiti. Si parla si sostituire l'Euribor con il Refi (ne ha parlato anche il governatore di Bankitalia, Mario Draghi). «È una decisione che spetta alla banche», ha concluso Trichet. Un modo per dire che a Francoforte non credono a misure che rendano i tassi di interesse una sorta di «prezzi amministrati». Oltretutto, non è detto che il Refi sia migliore dell'Euribor. Tutto dipende dall'entità dello spread (si veda la proposta di Bpm in proposito) che la banca caricherà sul parametro di riferimento. Alla fine dei conti non è detto che il cliente ci guadagni davvero.

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