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Auto: Berlusconi, niente aiuti. Merkel: aspettiamo le mosse Usa

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18 novembre 2008

Per il momento «non sono previsti interventi» del governo nel settore dell'auto. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nella conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Angela Merkel in chiusura del vertice fra Italia e Germania a Trieste. «Riteniamo che non si debbano fare interventi in questa direzione» ha spiegato Berlusconi, dopo l'incontro con Angela Merkel aggiungendo però che il governo «non li esclude neppure»: «Vediamo si comporterà il mercato».

Il cancelliere tedesco, invece, ha legato le decisioni europee a quanto accadrà sull'altra sponda dell'oceano: «Esamineremo come gli Stati Uniti sosterranno l'industria dell'auto perchè non vogliamo che l'industria europea possa avere dei danni. Abbiamo chiesto alla Commissione di presentarci un rapporto su questo». Parlando invece della situazione interna, la Merkel ha detto che il governo tedesco ha allo studio la possibilità di erogare aiuti alla casa automobilistica Opel che «é della famiglia General Motors e può trovarsi in difficoltà di liquidità» a causa della crisi che sta colpendo l'azienda americana. «Noi abbiamo una situazione speciale - ha detto - perché la Opel é al 100% della famiglia General Motors e ha delle richieste nei confronti della Gm. Il futuro di General Motors non si può prevedere oggi. E Opel può trovarsi in una situazione difficile dal punto di vista della liquidità». L'intervento pubblico non vuole essere un aumento di capitale o sovvenzioni, «ma un sostegno per superare questa situazione particolare di una filiale posseduta al 100% da una società americana che é in difficoltà».

Tornando a Berlusconi, il premier, è tornato a tifare per Lufthansa nonostante Cai sia più propensa ad un'alleanza con Air France. Il premier ha auspicato che la società presieduta da Roberto Colaninno scelga il vettore di Francoforte come partner internazionale. Una presa di posizione che il Cavaliere ha deciso di rendere nota proprio davanti ad Angela Merkel durante il vertice bilaterale. «Con il Cancelliere abbiamo parlato del dossier Alitalia e ci siamo trovati d'accordo: entrambi vediamo con molto favore una collaborazione tra Alitalia e Lufthansa», ha scandito, accanto al Cancelliere, nel corso della conferenza stampa conclusiva. Parole che, a margine, Berlusconi ha motivato con la necessità di salvaguardare lo scalo di Malpensa. Certo, ha sottolineato il premier, sulle alleanze internazionale «bisogna chiedere a Cai», ma Lufthansa ha «molti punti di convenienza» rispetto allo scalo milanese.

Dichiarazioni che hanno riacceso la polemica (soprattutto da parte dei vertici degli enti locali capitolini, in testa Alemanno, Marrazzo e Zingaretti) sul ruolo del Governo nella trattativa. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti ha subito precisato che «il presidente Berlusconi ha ribadito che ogni decisione per eventuali accordi spetta alla Cai». E Berlusconi, al suo rientro a Roma, ha ripetuto di non avere espresso alcuna posizione del Governo in merito alle future alleanze di Alitalia. A chi gli chiedeva se avesse lanciato di fatto la candidatura di Lufthansa come alleato della nuova compagnia, il premier ha risposto: «No, no, no, no. Ero con la Merkel, che naturalmente ha espresso interesse sul fatto che Lufthansa potesse essere partner della nuova Alitalia e io le ho detto che noi non avremmo nulla in contrario se fosse così» e che, anzi, «ne saremo molto lieti. Ma non volevamo prendere - ha ripetuto Berlusconi - una posizione né per una scelta né per l'altra anche perché non ci compete».

A questo proposito Berlusconi, che comunque ha incassato il plauso di Umberto Bossi e del governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, ha ricordato di averlo detto «apertis verbis in conferenza stampa: è una decisione che compete esclusivamente alla Cai. Ho solo espresso, da parte nostra, un'apertura per Lufthansa che evidentemente il governo tedesco supporta. Ma non ho preso nessuna posizione», insiste il premier, aggiungendo però: «Per noi Lufthansa va bene anche perché so che ha dei progetti per quanto riguarda l'aeroporto di Malpensa». In conclusione, Berlusconi ha ribadito ancora una volta di più il concetto: «La scelta fra Lufthansa, British Airways ed Air France spetta esclusivamente alla Cai e noi non vogliamo intrometterci in alcun modo».

Alitalia, tra l'altro, ha vissuto un'altra giornata difficile. Oltre cento voli cancellati in tutt'Italia e disagi negli areoporti di Roma, Palermo e Catania a causa dell'agitazione dei piloti e degli assistenti di volo (delle sigle Anpac, Up, Anpav, Avia e Sdl), che si oppogono all'accordo con Cai già siglato dalle altre sigle sindacali. Una situazione che dovrebbe andare avanti fino a che prenderà davvero il volo la nuova Alitalia, ovvero al 1 dicembre.

Intanto proseguono gli incontri per delineare il futuro dell'ex vettore di bandiera: oggi l'amministratore delegato Cai, Rocco Sabelli, ha incontrato il commissario straordinario per Alitalia, Augusto Fantozzi, per poi recarsi a Palazzo Chigi dove è stato ricevuto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Poi Sabelli è tornato da Fantozzi. Sul tavolo la chiusura dell'acquisto degli asset Alitalia. Cai dovrebbe modificare l'offerta elevando la parte cash da 275 a 400 milioni. Infine l'Enac ha convocato Fantozzi e Sabelli venerdì 21 novembre «per l'istituzione di un comitato di monitoraggio e vigilanza sulla fase di transizione tra la compagnia Alitalia e il nuovo vettore».

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