Il presidente della Commissione bancaria del Senato degli Stati Uniti, Chris Dodd, tra gli estensori del piano da 15 miliardi di dollari per salvare dal naufragio finanziario General Motors, Ford e Chrysler, è uscito allo scoperto durante la trasmissione della Cbs "Face the Nation" chiedendo le dimissioni di Rick Wagoner, presidente e ceo di GM.
«Credo che la leadership di GM - ha detto il senatore democratico del Connecticut, 64 anni - vada messa in discussione. Wagoner (in Gm dal 1977, ma al timone dal 2000, ndr) dovrebbe lasciare. È inevitabile che ci sia una nuova squadra di manager se si vuole davvero avviare una ristrutturazione». Il Congresso americano sta lavorando alla scrittura del testo di legge (si punta a chiudere entro martedì) per evitare la bancarotta delle tre grandi malate dell'industria automobilistica americana. Ford, tutto sommato la meno malmessa, sta cercando di ottenere una linea di credito dal Governo. Al centro del dibattito politico a Washington, riporta il Wall Street Journal, l'ipotesi che l'intero dossier del salvataggio venga affidato a una sorta di supercommissario.
Oggi sul tema della crisi dell'Auto è tornato anche il presidente eletto Barack Obama, che prenderà operativamente il posto dell'uscente George W. Bush il prossimo 20 gennaio. Il giorno dopo l'uscita del drammatico dato sulla disoccupazione negli Stati Uniti (553mila senza lavoro in più nel solo mese di novembre, per un totale nell'anno di 1,91 milioni) e le dichiarazioni sul rilancio dell'economia, Obama ha dichiarato in un'intervista alla trasmissione della Nbc "Meet the Press" che «le cose andranno ancora peggio prima di vedere un miglioramento».
Obama ha confermato che il rilancio dell'economia Usa sarà la sua priorità assoluta. Ma per evitare che si ripetano gli errori del passato, il presidente eletto ha annunciato un giro di vite alla cosiddetta finanza creativa. Sarà fissata «una serie di dure regole a cui banche, agenzie di rating e broker del settore mutui dovranno attenersi per comportarsi più responsabilmente. Dobbiamo imporre ai nostri mercati finanziari trasparenza, comportamenti corretti; in questo campo, nel corso degli ultimi otto anni (quindi durante il mandato presidenziale di George W. Bush, ndr), abbiamo fallito».
A proposito dell'industria automobilistica il presidente eletto ha spiegato: «La mia preoccupazione è che si diano loro decine di miliardi di dollari dei contribuenti e poi tra sei mesi questi gruppi ne chiedano altri». Obama ha peraltro precisato che «l'ultima cosa» che vuole è la scomparsa dei costruttori, ma ha aggiunto che ogni tipo di intervento statale dovrà essere strettamente connesso a piani di ristrutturazione convincenti. Le tre Big di Detroit, per esempio, «dovranno investire nella progettazione e produzione di automobili molto più efficienti sotto il profilo energetico». (Al.An.)