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Per la Enron d'Europa non è la fine della saga giudiziaria (FT)

di Elysa Fazzino

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19 dicembre 2008

Per il mondo anglosassone è la "Enron d'Europa" e il Financial Times riprende l'etichetta per dare la dimensione del crack Parmalat che cinque anni fa provocò «onde d'urto» nel mondo finanziario globale. Il quotidiano economico britannico ha messo la notizia in evidenza sul sito web, con la foto di Calisto Tanzi: «L'ex capo di Parmalat condannato a dieci anni. La corte di Milano assolve tre ex dipendenti di Bank of America». Sotto il titolo «La saga del crollo Parmalat» si ricorda come una delle poche aziende internazionali italiane è crollata da un giorno all'altro, quando ha scoperto un «buco nero» di 14 miliardi di euro.

Gli effetti del crack si sono fatti sentire dai pensionati di Parma, «che in pratica hanno perso tutti i loro soldi», ai tribunali di Milano e del New Jersey, ai supermercati del Brasile. «E' venuto fuori che l'azienda era vittima di una vasta frode con transazioni in tutto il mondo che avevano ingannato il mercato e gli investitori sul vero valore della società e sul prezzo dei titoli». Da allora – scrive il corrispondente da Milano Vincent Boland - «Parmalat ha reinventato se stessa» tornando in Borsa nel 2005. Ora è guidata da Enrico Bondi, nominato dal governo italiano come amministratore, «un lavoro che mantiene tuttora». «Ma la saga del suo crollo e le ripercussioni dello scandalo della più grande frode di un'azienda europea continua a stupire e affascinare, in uguale misura».

L'aspetto più stupefacente dello scandalo Parmalat, secondo il Financial Times, è che un'azienda relativamente piccola dell'industria lattiera, poco appariscente e con bassi margini, sia riuscita ad accumulare un debito di 14 miliardi di euro «senza che nessuno se ne accorgesse». Boland ricorda che Tanzi «viveva da uomo ricco, con jet aziendale e con accesso ai presidenti e agli uomini di Stato di molti dei paesi dove Parmalat operava».

La chiusura del caso penale contro Tanzi «mette fine a un'altra fase della saga Parmalat, ma non è la fine della vicenda». Il processo principale del caso continua a Parma. Inoltre, Bondi, spiega il quotidiano britannico, ha citato in giudizio diverse banche, sostenendo che «sapevano, o avrebbero dovuto sapere, che qualcosa non andava».

Della condanna di Tanzi si occupano vari altri siti britannici. Il sito della Bbc lo definisce il «boss lattiero» e sottolinea che il crack della Parmalat «rimane la più grande bancarotta d'Europa». Più di 40mila investitori vogliono avere compensazioni per le loro perdite, «la Corte deve decidere se Tanzi deve pagare loro i danni». Tanzi probabilmente non andrà in prigione subito, si legge ancora sulla Bbc, poiché «la sentenza del tribunale di Milano deve prima essere confermata dalla Corte d'appello». «Tanzi dà la colpa alle banche per il più grande crack aziendale Ue», scrive il Guardian. «Lo scandalo Parmalat – nota John Hooper - rivelò i grandi buchi nelle regole di governance italiane e fece parlare di un "rischio Italia" per gli ignari investitori stranieri». Tanzi – continua - è imputato anche di bancarotta fraudolenta in un altro processo in corso a Parma. Il Times ricorda che Tanzi tentò di espandersi nel settore televisivo per fare concorrenza a Silvio Berlusconi, «ma la sua venture Odeon fallì». Inoltre, nei giorni d'oro – scrive Catherine Boyle - Tanzi finanziò anche la squadra di calcio Parma. Dopo il crollo il Parma fu costretto a vendere i suoi migliori giocatori, tra cui Adriano e Alberto Gilardino, e ad andare in amministrazione controllata. Dopo una drastica ristrutturazione, Parmalat tornò a essere quotata alla Borsa di Milano nel 2005. «Oggi è la più grande azienda alimentare quotata a Milano». La vicenda Parmalat trova spazio tra i siti dei media esteri anche sul francese Les Echos e lo spagnolo El Mundo.

Il quotidiano finanziario newyorchese Wall Street Journal, sotto il titolo «Dieci anni di prigione per il fondatore di Parmalat», puntualizza subito che il verdetto chiude solo uno dei due processi derivanti dalla bancarotta della Parmalat. Citata la dichiarazione di Bank of America: «Come le prove hanno dimostrato, nessuno alla Bank of America conosceva o avrebbe potuto scoprire la vera condizione finanziaria di Parmalat». Tanzi - nota Alessandro Mocenni – aveva fondato Parmalat più di 40 anni fa e ne aveva fatto uno dei gioielli dell'industria italiana. Le notizie Ap e Reuters sulla condanna di Tanzi hanno fatto il giro di molti altri siti Usa, tra cui International Herald Tribune, Washington Post, Chicago Tribune, San Francisco Chronicle. Prima del crollo – si legge in un'Ap – Parmalat aveva coltivato l'immagine pulita di una semplice azienda lattiera – anche se vendeva latte, succhi e prodotti da forno in 34 Paesi. In rilievo, com'è ovvio, la soddisfazione di Bank of America e la «crociata» di Bondi per incassare milioni di dollari dalle banche tra patteggiamenti e processi.

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