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Tanzi, dieci anni per aggiotaggio

di Mara Monti

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19 dicembre 2008
ANALISI / Il risparmio italiano tradito due volte

Calisto Tanzi e alcuni revisori unici responsabili delle false comunicazioni al mercato nel crack della Parmalat. È questo il senso della sentenza del Tribunale di Milano che ha condannato a dieci anni di reclusione l'ex patron della Parmalat per il reato di aggiotaggio e ostacolo all'attività di vigilanza. Una decisione arrivata dopo tre anni di dibattimento e 33 ore di camera di consiglio. Ma soprattutto a cinque anni dal crack da 14 miliardi di euro del gruppo alimentare: secondo i giudici, non c'è stato il concorso di soggetti esterni se si fa eccezione per gli ex revisori della Italaudit (ex Grant Thornton) Lorenzo Penca e Maurizio Bianchi. I quali avevano chiesto di patteggiare, ma i giudici hanno respinto la loro richiesta ritenendo il loro ruolo «essenziale » e la pena inadeguata. Entrambi dovranno ora seguire il rito ordinario ed essere nuovamente processati. Passeranno un Natale sereno tutti gli imputati assolti o per prescrizione o perché il fatto non sussiste o perché non è previsto dalla legge come reato o perché non è stato commesso. Si comincia dagli ex manager di Bank of America (Luca Sala, Antonio Luzi e Luis Moncada), passando per i consiglieri indipendenti Luciano Silingardi, Paolo Sciumé, Enrico Baracchini, a Giovanni Bonici ex responsabile di Parmalat Venezuela.

Per un'altra decina di imputatiè stata invece accolta la richiesta di patteggiamento, in continuazione con quanto già stabilito dal Tribunale di Parma, con pene che vanno dai 5 mesi e 10 giorni ai 2 mesi. Si va dai tre mesi per la nipote di Tanzi, Paola Visconti, per Adolfo Mamoli e Giuseppe Rovelli, entrambi revisori di Deloitte & Touche condannati a cinque mesi e dieci giorni, Mario Brughera ex presidente del collegio dei sindaci di Collecchio a quattro mesi, Piero Mistrangelo, ex consigliere di Parmalat a due mesi, Oreste Ferretti e Massimo Nuti, ex sindaci, rispettivamente a tre mesi e due mesi e dieci giorni, e Andrea Petrucci, ex direttore generale di Parfin a quattro mesi.

Patteggiamento concesso anche per la Deloitte & Touche e Dianthus, che nel corso degli anni avevano già risarcito 34 mila parti civili, mentre Italaudit, in liquidazione, dovrà pagare una sanzione di 240 mila euro, disponendo una confisca di oltre 455 mila euro.

Immediata la reazione dei legali di Tanzi: «Prendiamo atto che l'unico responsabile sia Calisto Tanzi », è il commento telegrafico dell'avvocato Gian Piero Biancolella, uno dei difensori di Calisto Tanzi, affiancato da Fabio Belloni, che fino all'ultimo hanno sostenuto la corresponsabilità degli istituti di credito. Non è ancora chiaro se la difesa di Tanzi presenterà ricorso in appello: «Prima dobbiamo leggere la sentenza», si è limitato a dire Biancolella.

Sul fronte opposto, si respira soddisfazione tra i numerosi legali di Bank of America, tutti presenti in aula. Alcuni si sono commossi alla lettura del dispositivo, mentre strette di manoe abbracci prendevano il sopravvento.

«È stata una decisione coraggiosa che ha tenuto conto degli aspetti tecnici della ricostruzione dei fatti», ha detto l'avvocato Riccardo Olivo, che fino a mercoledì aveva difeso in aula con determinazione l'inconsistenza delle accuse mosse nei confronti dell'istituto, mentre per Paolo Gualtieri «questa sentenza dimostra che in Italia la giustizia funziona».

«Sentenza giusta e rispettosa del diritto» per Jacopo Pensa, legale di Antonio Luzi. Il quale a un cronista che gli chiedeva se è possibile che Tanzi sia l'unico responsabile, ha risposto: «Può essere così, ma certamente se l'ha fatto con altri, non l'ha fatto con chi è stato assolto questa sera (ieri sera per chi legge, ndr)».

Anche l'istituto americano, in una nota, si è detto soddisfatto per il proscioglimento dei suoi ex dipendenti dall'accusa di aggiotaggio. E ora dovrà essere risarcito da Tanzi con 80mila euro. «Dopo oltre 4 anni di processo – si legge in un comunicato – è emerso chiaramente che la frode è stata perpetrata solo dai dipendenti della stessa società con l'assistenza di alcuni suoi revisori contabili».

Se l'avvocato della Consob, Emanuela Di Lazzaro, pur avendo ottenuto 380 mila euro per «danno al mercato» dal solo Calisto Tanzi, si è detta «delusa », Marco De Luca, legale del commissario straordinario della Parmalat di Enrico Bondi non si fascia la testa. La condanna dell'ex patron di Collecchio rappresenta, secondo De Luca, «un primo passaggio importante » e la prescrizione per l'operazione brasiliana del 1999 «comporta una dichiarazione di responsabilità della quale speriamo tengano conto anche i giudici di Parma», i quali procedendo per bancarotta, non potranno ritenere quelle operazioni prescritte.

La sentenza lascia l'amaro in bocca alla pubblica accusa che dovrà decidere a questo punto se fare appello. Il pm Francesco Greco si è limitato a dire che «l'impianto accusatorio resta valido se si considera che tra dibattimento e riti alternativi 20 imputati su 29 sono stati condannati». Greco ha infine osservato che per alcune operazioni ha pesato laprescrizione ridotta con l'entrata in vigore della legge ex Cirielli.

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