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Gran Bretagna, bonus nel mirino
I banchieri minacciano l'esodo

di Nicol Degli Innocenti

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27 febbraio 2009
Fred Goodwin (Afp)
Lloyds conferma maxi-perdite niente accordo con il Tesoro

LONDRA - Infuria in Gran Bretagna la polemica sui compensi eccessivi dei banchieri, quella che il premier Gordon Brown ha definito «l'ingiustificabile pratica di ricompensare chi ha fallito». Le dimensioni del fallimento sono sotto gli occhi di tutti in questi giorni:due delle banche "salvate" dal Governo hanno annunciato perdite record per il 2008, di 24,1 miliardi per Rbs e di 10,8 miliardi per Hbos, diventata parte del gruppo Lloyds.

Di fronte a queste cifre la notizia che l'ex Ceo di Rbs Fred Goodwin riceve una pensione di 650mila sterline all'anno garantita a vita ha avuto un effetto esplosivo, provocando le proteste degli azionisti che hanno visto il titolo Rbs perdere il 95% del suo valore dall'inizio della crisi, delle migliaia di dipendenti che hanno perso il posto di lavoro e più in generale della gente stanca degli eccessi della City.

Goodwin ha rifiutato l'anomala richiesta del Governo di ridursi volontariamente la pensione, sottolineando che Londra aveva approvato l'accordo. L'opposizione è saltata sulla questione, massimizzando l'imbarazzo per il Tesoro, che nell'ottobre scorso era così ansioso di liberarsi di Goodwin, l'architetto dell'espansione internazionale di Rbs ritenuto ora il principale artefice della rovina della banca, che non ha controllato i dettagli del "pacchetto" pensionistico negoziato dal banchiere, tra l'altro è appena 50enne..

Il dilemma è amplificato dal fatto che fino a poco fa, pur avendo nazionalizzato Northern Rock e acquisito una quota del 70% di Rbs e del 43% di Lloyds, il Governo britannico ha preferito una gestione "a distanza" e non ha voluto imporre regole e tantomeno limiti su bonus e salari, limitandosi a chiedere alle banche di allentare la stretta creditizia per contribuire al rilancio dell'economia. Londra ha chiesto «senso di responsabilità» e solo la settimana scorsa si è piegata alla volontà dell'opinione pubblica annunciando un taglio dei bonus di Rbs dai 2,5 miliardi dello scorso anno a 340 milioni nel 2009.

Alcuni chief executive – come Eric Daniels, amministratore delegato di Lloyds - hanno fatto il "beau geste" di rinunciare al proprio generoso bonus, ma hanno anche detto che gli incentivi finanziari restano più che mai necessari per attrarre o far restare persone di alto livello. Un'imposizione dall'alto di limiti salariali come quella di 500mila dollari decisa dall'amministrazione Obama negli Stati Uniti viene discussa in questi giorni a Westminster, ma resta difficile da attuare in Gran Bretagna.

D'altronde un sondaggio uscito stamattina, condotto dal sito specializzato eFinancialCareers.com, rivela che nonostante tutto i banchieri non hanno alcuna intenzione di rinunciare a bonus e salari elevati. Secondo il sondaggio il 49% dei banchieri lascerebbe il Paese se fossero imposti limiti ai bonus in contanti. La percentuale sale al 71% nel caso di banchieri con un'esperienza di 6-10 anni. Sarebbe quindi un vero e proprio esodo delle migliori "menti" del settore. Il problema però è che questi banchieri pronti a lasciare la Gran Bretagna non hanno molti posti alternativi dove andare in questa crisi ormai globale.

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