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Draghi: «Crisi della finanza,
necessarie risposte aggressive»

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12 marzo 2009

Le debolezze perduranti nei sistemi finanziari, nell'economia reale, nelle economie avanzate e in quelle emergenti «continuano a rendere necessarie misure e risposte aggressive e coerenti»: lo ha detto a Londra il governatore della Banca d'Italia e presidente del Forum per la stabilità finanziaria (Fsf) Mario Draghi. Le banche sotto stress non devono aumentare i requisiti minimi di capitale globale, ha indicato inoltre Draghi.

Fanno parte del Fsf le autorità nazionali e le istanze di supervisione internazionale più la Bce, banche centrali, ministeri dell'economia. A questo proposito il Governatore ha anche annunciato che 11 nuovi Stati membri - ovvero i paesi del G-20 che ancora non sono nel Fsf - parteciperanno al Forum per la stabilità finanziaria: si tratta di Argentina, Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Corea del Sud, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica e Turchia. Parteciperanno come invitati anche Spagna e Commissione Ue.

Il Forum presenterà nei prossimi giorni una serie di rapporti con i quali farà il punto sull'attuazione delle raccomandazioni dell'anno scorso per un corretto funzionamento dei mercati finanziari. I documenti saranno consegnati all'imminente G-20, che resta l'organismo politico di riferimento del Forum.

Fsf e Fondo Monetario Internazionale si sono anche impegnati a presentare un documento congiunto sugli "early warning" alla prossima riunione di primavera del Fmi a Washington. Lo ha detto lo stesso Draghi. Il punto difficile da valutare, ha riconosciuto lo stesso Draghi, è se dire o meno l'area in cui si dovrebbe eventualmente manifestare una crisi. «Il documento - ha spiegato il governatore di Bankitalia - deve essere fatto con accortezza, altrimenti non serve a niente. Non deve nascondere, deve essere chiaro, preciso. Dopodiché ci sono situazioni che vanno valutate attentamente, occorre essere cauti su questo».

In tema di aree in crisi «non abbiamo discusso l'esposizione delle nostre banche rispetto ai Paesi dell'Est Europa - ha poi aggiunto Draghi - . I Paesi dell'Europa centrale non hanno lo stesso livello di rischio. Alcuni sono rischiosi, altri meno rischiosi».

12 marzo 2009
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