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Usa, Geithner: «I fondi anti-crisi del Tesoro sono sufficienti»

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21 aprile 2009

Il Tesoro Usa dispone di 134,6 miliardi di dollari che gli avanzano dal pacchetto di salvataggio finanziario da 700 miliardi di dollari e questa cifra è sufficiente per far fronte alle necessità correnti, senza chiedere altri soldi al Congresso.

«Abbiamo le risorse che ci consentono di andare avanti col piano di stabilità finanziaria» ha assicurato il segretario al Tesoro, Timothy Geithner in una lettera inviata alla commissione del Congresso che si occupa del salvataggio delle banche. Geithner spiega che i soldi che rimangono dai 700 miliardi iniziali sono 109,6 miliardi di dollari, a cui si aggiungono altri 25 miliardi di dollari che il governo si aspetta di ricevere sotto forma di rimborsi dalle banche. Geithner ha precisato che finora il Tesoro ha sborsato 152,4 miliardi di dollari per aiutare Aig, Citigroup, Bank of America, Chrysler, General Motors e i loro fornitori e finanziarori.

Geithner, nell'audizione di oggi davanti alla Commissione del Congresso che monitora gli sforzi del Tesoro per salvare le banche, ha spiegato che che la crisi attuale è una dimostrazione di come i maggiori istituti finanziari possano rappresentare un fattore di rischio per l'intero sistema. Il segretario del Tesoro ha aggiunto che gli aiuti alle banche Usa da parte del Governo dovranno sottostare alla condizione che il sistema bancario si ristrutturi ed emerga dalla crisi più forte di prima.

«Nel valutare quello che è necessario per andare avanti a risolvere il problema che abbiamo ereditato - ha detto Geithner - sia chiaro che intendiamo fornire capitali in futuro su basi diverse e che lo faremo non in modo incondizionato». Intanto la maggior parte delle banche ha più liquidità e maggiori capitali di quanto necessario. Questo non ha cambiato i termini della crisi. E la ragione è che l'incertezza sullo stato di salute dei big ha determinato la contrazione del credito, un fattore che «rema contro la ripresa economica».

Geithner ha anche ribadito che è difficile stabilire il prezzo delle attività tossiche in possesso degli istituti finanziari e che proprio le attività tossiche stanno «congestionando» il sistema finanziario statunitense rendendo difficile un ritorno alla normalità dei flussi di credito. Tuttavia, il Tesoro sta riscontrando alcuni segnali di «miglioramento della fiducia» e un «certo disgelo nel mercato del credito». Geithner si è augurato che il suo programma di investimenti pubblico-privato migliori la situazione e consenta di stabilire dei prezzi per le attività legate ai mutui e per le altre attività in difficoltà.

Infine, il calo del credito registrato in questi mesi non sarebbe da imputare solo a una riluttanza delle banche a concedere nuovi prestiti, ma anche alla normale dinamica di riduzione delle domanda che si registra in ogni recessione. «Nelle normali recessioni - ha detto Geithner in audizione - la domanda di credito diminuisce. Nelle recessioni che seguono a periodi prolungati di forte ricorso all'indebitamento, la domanda cala in maniera ancora più drastica. Siamo esattamente in un momento del genere».

21 aprile 2009
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