Andamento al ribasso per i mercati azionari. Le Piazze europee hanno chiuso in forte calo: Parigi è arretrata dell'1,96%, Francoforte del 2,31% e Londra del 2,15%; a Milano il Ftse Mib ha ceduto il 2,25% e il Ftse All Share il 2,4 per cento. Male anche Wall Street: il Dow Jones ha accelrato il calo nell'ultima parte della seduta chiudendo a -1,21%, il Nasdaq è scivolato del 2,67% e l'S&P500 dell'1,95 per cento. Quale i motivi di questi vuoti d'aria? I più diversi, ma andiamo con ordine. I listini a stelle e strisce, evidentemente, guardano un po' meno ai dati trimestrali (peraltro non così positivi, come mostra il colosso dell'acciaio ArcelorMittal che ha chiuso il trimestre con utili in calo del 76%), mentre sono assolutamente sensibili ai numeri legati all'economia reale. Oggi sono stati pubblicati quelli sugli ordini di beni durevoli che sono sì saliti a settembre, ma meno delle attese. La domanda è cresciuta dell'1%: un incremento inferiore alle stime degli analisti, che si aspettavano un rialzo dell'1,5%. Successivamente, è arrivata la doccia fredda del mercato immobiliare: le vendite di nuove case a settembre sono calate del 3,6% rispetto al mese precedente, attestandosi a 402mila unità.
Peraltro, non deve essere perso di vista il concambio euro/dollaro. Il calo della divisa europea (a quota 1,47 sul biglietto verde), a fronte di un rialzo di quella americana, infatti rende più difficile il carry trade sul differenziale dei tassi d'interesse tra le due monete. Un fatto che, secondo Nouriel Robini, potrebbe essere l'indizio dell'avvio di un ritracciamento delle Borse.
Infine, ma non meno importante, gli investitori incominciano a temere l'exit strategy della Fed. «La Banca centrale inizierà a pensare concretamente allo stop al quantitative easing o al rialzo dei tassi», dice Art Hogan, chief market strategist at Jefferies & Co. Ma si tratta di una mossa che, visti anche i dati di oggi, non è proprio dietro l'angolo. «È vero - risponde Hogan - Ma è anche vero che Ben Bernanke ha una visione piuttosto ottimista della congiuntura», e quindi la liquidità facile potrebbe diminuire con tutto quello che ne cosnegue.
Ma non è solo macro economia. Per il calo di oggi, ci sono anche motivazioni più strettamente connesse al trading. Nel vecchio Continente, il settore dell'auto è stato colpito dalle vendite (Dj Stoxx 600 auto -4,76%). Un trend che ha risentito dei conti pubblicati da Daimler: la casa tedesca ha registrato, nel terzo trimestre, un crollo dell'utile netto del 74%. Così a Milano Fiat (-6,26%), anche in conseguenza dell'effetto domino, è risultata la peggiore delle blue chip (chiusura sotto i 10 euro). In Europa giù anche il settore finanziario (Dj Eurostoxx finanziario -4,26%), sull'idea che sia in iper-comprato e che diversi istituti debbano affrontare svalutazioni ancora a causa della crisi da subprime. Questa situzione, visto il peso cha hanno le banche sul paniere milanese, ha schiacciato Piazza Affari. UniCredit ha ceduto il 3,5% mentre Intesa Sanpaolo ha resistito un po' di più (-1,2%). Più pesante Mediobanca (-1,9%) che ha presentato i conti del primo trimestre 20008/2009 nel quale Piazzetta Cuccia ha riportato un utile netto di 200,6 milioni, in calo del 35,3% rispetto ai 309,9 mln del 30 settembre 2008. Nomura ha alzato il target price sul titolo (tratta a 8,765 euro) a 10,4 da 7,7 euro ribadendo giudizio buy e alzando le stime per il 2011 del 13%.
Nel comparto energia, giù Saipem (-5,4%): Ubs ha alzato il prezzo obiettivo da 17,50 a 18,50 euro, mantenendo però rating sell all'indomani della comunicazione dei conti dei nove mesi, che hanno mostrato un utile netto adjusted di 544 milioni, in miglioramento del 6,7%. Male anche Tenaris mentre Eni ha limitato i danni (-0,68%). Chiude in controtendenza Snam Rete Gas (+2%), dopo la pubblicazione dei risultati che hanno mostrato un utile netto in crescita del 25,5% a 468 milioni di euro. Bene anche Terna.
Ha resistito alle vendite il comparto tlc, beneficiando dell'avvio di copertura con view positiva da parte di Barclays. La banca d'affari ha segnato rating equal weight a Telecom che ha perso l'1,86%, nel giorno in cui Benetton è uscito dal patto Telco, l'holding che detiene il 24,5% del gruppo tlc.
Nel resto del listino TerniEnergia è salita nel giorno dell'approvazione della trimestrale mentre Tiscali è ancora crollata di oltre il 50 per cento.