ILSOLE24ORE.COM > Notizie Finanza e Mercati ARCHIVIO

E se la ripresa delle Borse fosse forte come in passato?

di Walter Riolfi

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
10 Ottobre 2009
Ottimismo su bond e azioni in attesa delle trimestrali Usa
Vai a Money24

Crescendo in settimana del 4%, a un passo dai massimi del mese scorso, le Borse sembrano convinte che la prossima ripresa economica sarà rapida e forte come quelle che sono seguite alle recessioni degli ultimi 30 anni. Sette giorni fa su queste pagine s'era scritto che questa volta potrebbe essere diverso. Che un'economia gravata dai debiti delle famiglie e dello stato e tenuta in piedi con la flebo dei soldi pubblici, non potrà crescere ai ritmi visti in passato. E con l'intero sistema finanziario alle prese con la riduzione del debito, dovremo scordare gli allegri consumi visti nella seconda metà degli anni '90 e più ancora dopo il 2003. Chi scrive è piuttosto convinto di questa tesi. Ma si rende anche conto che il ritornello del «questa volta è diverso» lo s'è sentito tante volte in passato, prima che le cose ritornassero invece sostanzialmente come prima.
Nel 1991, nel pieno di quella recessione, la rivista «Fortune» aveva titolato in copertina: «La fine del grande consumismo». E «Time» nel giugno 2001, ai primi segni del riflusso seguito alla bolla dei tecnologici, aveva pronosticato una nuova era di «vita più semplice». In ogni momento, in cui un'incipiente crisi ha appannato il precedente splendore, s'è immaginata la fine delle vecchie abitudini e l'avvento di una diversa mentalità. E «Time» s'è ripetuta qualche mese fa con una copertina dedicata alla «Nuova frugalità». Ma dopo il '92, la gente ha continuato a consumare come prima o ancora più di prima. E dopo il 2003 la corsa ai consumi ha proseguito come mai s'era visto in precedenza, favorita dal facile ricorso al debito. E per quanto uno studio pubblicato sul «The New Yorker» abbia spiegato che gli americani hanno speso più nei servizi (sanitari, scolastici) che nei beni di consumo e soprattutto più nell'acquisto di una abitazione, resta il fatto che tra il 2003 e il 2007 c'è stata un'esplosione del credito al consumo delle famiglie che non volevano privarsi anche di una nuova automobile o di arredi sempre più costosi.
Questa volta, però, potrebbe essere diverso davvero, perché il livello dell'indebitamento non è mai stato così elevato in termini assoluti e relativi. Se la ripresa dovesse pertanto rivelarsi più lenta delle altre, lo capiremo solo il prossimo anno e in quello successivo. È quanto sostiene Richard Fisher della Fed, secondo il quale «il vero dilemma è cosa succederà nel 2010 e 2011». Fisher è moderatamente ottimista, ma si domanda cosa accadrà il prossimo anno, «quando non ci saranno più le protesi del governo» per l'acquisto di auto, elettrodomestici, case o semplicemente per sostenere il credito, come sta facendo la Fed: nella sostanza l'unico compratore delle cartolarizzazioni sui mutui casa.

Tutto come prima?
O forse anche questa volta sarà come è stato negli ultimi 30 anni e la gente tornerà a spendere come prima, le banche faranno quello che hanno fatto fino al 2007 e ritornerà un turbinio di fusioni e acquisizioni: come un segnale s'è visto la scorsa settimana negli Usa, quando in un sol giorno sono state annunciate operazioni per 14 miliardi di $. E la Borsa, ovviamente, tornerà a volare come tra il 2003 e il 2007. Perché, come si comprende dal bellissimo libro di Carmen Reinhart e Ken Rogoff (This Time is Different: Eight Centuries of Financial Folly), niente è mai così differente. Ma per rivedere i tempi di due anni fa, occorre che si torni ad oliare gli ingranaggi del credito facile: che le banche inondino di denaro il sistema finanziario (come in parte già stanno facendo con i soldi prestati a tassi zero dalle banche centrali), che le famiglie riprendano a indebitarsi e consumare e che risorga il mercato immobiliare.
Per quanto nessuno sia in grado di capire fino a che punto possa arrivare il grado d'indebitamento di un'istituzione o di un cittadino, è anche piuttosto probabile che su questa strada s'incontrerà prima o poi un'altra bolla speculativa. Con qualche correzione, il sistema finanziario e politico, specie quello americano, sembra adesso incline a far ritornare le cose al recente passato. Ne va della ripresa economica (a "V", come immagina sempre più gente) e del benessere dei cittadini. Ma con gli stati usciti da questa crisi indebitati come mai negli ultimi 60 anni, la prossima bolla e la conseguente recessione saranno peggiori di quelle che ci sono recentemente capitate.
Se i 57 economisti sondati da Bloomberg non sono molto ottimisti sull'andamento della disoccupazione e sulla crescita dei consumi, così come per gli stessi motivi sono piuttosto preoccupati sul tenore della ripresa i 48 intervistati dal WSJ; e se Nouriel Roubini continua a vedere problemi (ma lo scenario che dipinge non sembra alla fine così diverso da quello abbozzato dai dubbi del citato Richard Fisher); parecchi broker di Wall Street stanno già cavalcando la tesi del recupero a "V" e di una borsa avviata a scalare nuove vette nei prossimi due anni. Merrill Lynch ha enunciato i suoi «5 motivi per essere ottimisti», spiegando che il rimbalzo (60%) dell'S&P ha ancora tanta strada da fare, che gli investitori sarebbero ancora troppo pessimisti, che il quadro macroeconomico è assai favorevole, che gli utili aziendali miglioreranno sensibilmente e che, dunque, il mercato è attraente e non troppo caro, come vanno dicendo gli scettici.
Sull'onda di analoghi ragionamenti, Wall Street ha guadagnato il 4,5% in settimana (+4,5% anche il Nasdaq) e lo Stoxx il 3,7% (+4,9% Milano, +4,1% Parigi, +4,5% Francoforte, +3,5% Londra).

10 Ottobre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio


L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER   
Effettua il login o avvia la registrazione.