«Ah, sì, divorzio. Dalla parola latina che significa evirare un uomo attraverso il suo portafoglio». La battuta del comico Robin Williams (due matrimoni falliti alle spalle) non sarà precisa dal punto di vista etimologico ma è azzeccatissima per i ricchi & famosi. Ne sa qualcosa il golfista Tiger Woods: il primo atleta ad aver incassato oltre un miliardo di dollari fronteggia la richiesta di 300 milioni avanzata dalla moglie Elin come buonuscita per le sue numerose infedeltà. Una montagna di soldi, ma anche una bazzecola se confrontata ai 12 miliardi di dollari di shareholder value distrutto alle società quotate sponsor del campione, secondo le stime di due professori di finanza. Perché divorzio e Borsa hanno molto in comune: più di quanto si pensi.

Analisi empiriche evidenziano la correlazione tra corsi di Borsa e tenuta familiare. Ma il legame varia col patrimonio. Quanto più la ricchezza familiare è elevata, tanto più la crescita degli indici aumenta la propensione del coniuge meno ricco a chiedere il divorzio. Invece, quanto meno una coppia è solida finanziariamente, tanto più i ribassi faranno da collante. La tesi, secondo l'Economist, è sostenuta da una ricerca dello studio legale britannico Mishcon de Reya sulla comunità ad alto reddito della City: cluster statistici legano la crescita di separazioni con i primi anni '90 e tra fine 2007/inizio 2008, quando una recessione era in corso o alle porte.
Anche dagli Usa arrivano dati interessanti. Il 1999, quando la bolla della new economy era quasi ai massimi, fu anche l'anno dei megadivorzi dei tycoon delle major di Hollywood. Nel giro di pochi mesi si divisero Rupert e Anna Murdoch, Sumner e Phyllis Redstone e Kerkor "Kirk" e Lisa Kerkorian. Con tre finali differenti, dal punto di vista degli effetti economici e finanziari, a seconda delle diverse strategie di governance.

Dopo 32 anni di unione e una trattativa legale durata 11 mesi, il 10 giugno '99 fu raggiunto l'accordo per il divorzio tra il patron di Fox e News Corp e la seconda moglie. La svolta sarebbe scattata quando gli avvocati di Anna Murdoch identificarono il trust che conteneva la fortuna da 12,7 miliardi di dollari del marito. Sir Rupert consegnò alla moglie titoli e altri asset per un valore stimato tra 1,2 e 1,7 miliardi di dollari, di cui 110 milioni cash. Un comunicato informò che «le proprietà della famiglia Murdoch e il management di News Corporation» non sarebbero stati investiti negativamente. Ma il giorno dopo l'annuncio, il titolo in Borsa a Sydney lasciò sul terreno il 3,8%. Da allora però la fortuna dei Murdoch è andata crescendo.

Diversa la traiettoria di Sumner Redstone. Il 76enne presidente di Viacom, nonché patron di Mtv e Paramount, nel l'estate del '99 era impegnato nella fusione con Cbs quando, il 20 settembre, la moglie Phyllis avviò le pratiche di divorso dopo 42 anni di matrimonio chiedendo la metà del patrimonio da 6,4 miliardi di dollari. L'accordo legale fu raggiunto dopo quasi tre anni di battaglie e al pubblico fu annunciata una buonuscita di appena 100 milioni. Da allora però le fortune di Redstone sono state terremotate. La capogruppo National Amusements Inc (Nai) ha visto scoppiare una guerra tra gli azionisti, Sumner (con l'80%) e la figlia Shari e il nipote (col 20) a causa di un maxidebito da 1,6 miliardi di dollari di origini ignote. Sebbene non esistano documenti certi, pare che l'origine del debito risalga proprio al divorzio: la somma sarebbe stata versata a Phyllis e garantita dai titoli Nai.

Quanto a Kirk Kerkorian, nel '99 il miliardario statunitense di origini armene proprietario della Mgm (ceduta alla Sony nel 2005) era impegnato nel divorzio dopo il secondo matrimonio-lampo (durato appena 28 giorni) con la tennista Lisa Border. I due, amanti da tempo, avevano una figlia che poi Kerkorian dimostrò, col test del Dna, essere invece frutto di una relazione della moglie. In seguito l'ex moglie lo denunciò per intercettazioni illegali ai suoi danni utilizzate nella causa. Nel 2002 un giudice condannò comunque Kerkorian a versare poco più di 600mila dollari l'anno alla bimba. Una cifra da poco. Ma da allora la fortuna ha girato le spalle a Kirk. I successivi raid di Borsa su Chrysler Gm e Ford non hanno portato bene e la recessione ha colpito duro: dai 16 miliardi di fortuna del 2008 in un anno Kerkorian ha visto le sue ricchezze prosciugarsi ad "appena" cinque miliardi.
Debiti e mutui sono il collante delle unioni a basso reddito