La crisi? È il collante per le coppie in difficoltà. Purché siano a basso reddito. Lo sostiene la American Academy of Matrimonial Lawyers, l'associazione dei matrimonialisti Usa. In una recente indagine tra i 1.600 studi associati Aaml, il 57% ha rilevato un deciso calo dei nuovi clienti tra l'ultimo trimestre 2008 e l'autunno 2009. «L'economia influisce sulle scelte delle coppie in difficoltà», ha dichiarato Gary Nickelson, presidente dell'Aaml. «I coniugi sono costretti a mettere sui due piatti della bilancia le difficoltà coniugali e i rischi di perdita del lavoro con gli effetti finanziari che ne derivano. Così decidono di aspettare a sancire il naufragio delle proprie unioni, almeno sino alla fine della tempesta recessiva».

Lo confermano i dati statistici raccolti dal Dipartimento federale della salute e delle scienze umane nel National Vital Statistics Reports, il rapporto statistico trimestrale sui dati sociali dei cittadini statunitensi. L'ultima rilevazione, datata aprile 2009 ma pubblicata il 24 dicembre scorso, indicava i divorzi in calo a 3,4 casi ogni mille abitanti rispetto ai 3,6 dello stesso periodo del 2008 e ai 3,7 del 2007. Certo, non stiamo parlando di chi appartiene per nascita o per fortuna al dorato mondo dei socialites o al jet set di Hollywood.

Quando il reddito è medio-basso e i rischi di perdita dell'impiego sono elevati, la famiglia resta un porto sicuro nonostante le difficoltà. Se poi si aggiunge la distruzione di ricchezza dovuta alla crisi finanziaria, specie sul fronte immobiliare (molti statunitensi pagano mutui elevati per case che non valgono più il prezzo sborsato), la decisione di accollarsi i costi di una separazione viene rinviata. Non si tratta di effetti di poco conto: secondo ricerche sociologiche, nel primo anno dopo la separazione le donne Usa perdono oltre il 10% del proprio tenore di vita precedente, mentre i mariti lo vedono crescere. A livello sociale, invece, alcune organizzazioni pro-family due anni fa calcolarono in 112 miliardi di dollari l'anno i costi sociali dei divorzi.
Non tutti d'altronde possono permettersi le maxicause per divorzio che sono una costante nel dorato mondo di Hollywood. I fratelli Coen nel 2003 dedicarono al tema "Intolerable cruelty" ("Prima ti sposo, poi ti rovino" il titolo italiano) interpretato da George Clooney, nei panni di un matrimonialista del jet set, e Catherine Zeta-Jones. La star gallese era fresca di matrimonio con Michael Douglas. Che per divorziare dalla prima moglie Diandra Luker le aveva lasciato un cachet da 45 milioni di dollari. C'è chi può.
N. B.

 

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