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L'Eni mette in vendita
i tre gasdotti del Nord-Europa

di Giuseppe Chiellino

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6 marzo 2010

L'Eni si è impegnata a cedere i tre gasdotti che, attraverso la Germania, la Svizzera e l'Austria portano il gas dalla Russia e dal Nord Europa in Italia. Se entro un periodo stabilito (ma non comunicato al mercato) non saranno stipulati almeno gli accordi vincolanti di vendita delle tre infrastrutture, il gruppo petrolifero italiano «si impegna ad affidare un mandato esclusivo» per la vendita ad un oggetto idoneo «senza indicazione minima del prezzo».

La disponibilità dell'Eni, definita a inizio febbraio tra l'amministratore delegato dell'Eni Paolo Scaroni, e l'all0ra commissaria alla Concorrenza, Neil Kroes, è ora nero su bianco in un documento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea. Nel frattempo la guida della dg Concorrenza è passata a Joaquin Almunia. I contenuti dell'accordo sono a disposizione dei concorrenti di Eni e di tutte le terze parti interessate a esprimere il proprio punto di vista, emtro i primi giorni di aprile, un mese - cioè - dalla pubblicazione (fase di market test).

Nel dettaglio, Eni si impegna a cedere ad «acquirenti idonei» le attività di trasporto del gas in Germania (il TENP), in Svizzera (il Transitgas) e in Austria (Tag). Solo per quest'ultima partita nel documento è indicato l'acquirente: la Cassa depositi e prestiti «o in alternativa ad un altro soggetto pubblico controllato dal governo italiano» che risponda comunque ai requisiti stabiliti dagli impegni.

In Germania l'Eni venderà l'intera partecipazione in Eni Gas Transport GmbH, equivalente a una quota azionaria di controllo del 49 % in Trans Europa Naturgas Pipeline, società che possiede e gestisce il gasdotto TENP per una lunghezza totale di circa 500 km (dal punto in cui il gasdotto si collega alla rete olandese fino alla frontiera svizzera, dove esso si allaccia al gasdotto Transitgas). Sul mercato finirà inoltre l'intera partecipazione in Eni Gas Transport Deutschland S.p.A., che eroga servizi di trasporto di gas naturale (in quanto gestore del sistema di trasporto) in virtù dei suoi diritti di capacità, pari a circa il 60-70 % della capacità disponibile sul sistema TENP, mentre la restante capacità (30-40 % circa) è amministrata dall'altro carrier E.On Gastransport.


In Svizzera, il gruppo Eni si è impegnato a cedere la propria quota (46 %) di Transitgas AG, che possiede e gestisce il gasdotto Transitgas (292 km di tubi) e l'intera partecipazione in Eni Gas Transport International SA (Eni GTI), che eroga servizi di trasporto di gas naturale, inclusa la commercializzazione di capacità di trasporto pari a circa l'85-95 % della capacità disponibile
sul gasdotto Transitgas (in qualità di gestore del sistema di trasporto).


Le cessioni in Austria, infine, riguardano l'89 % della partecipazione Eni in Trans Austria Gasleitung GmbH, che detiene il 100 % dei diritti di capacità per il trasporto di gas naturale sul
gasdotto TAG in base a un contratto di affitto e che eroga servizi di trasporto di gas naturale.


Nel 'market test' la Commissione europea chiede ai terzi di valutare, in particolare, il fatto che non saranno cedute da Eni le funzioni di assistenza e supporto alle operazioni tecniche e metriche, oltre che quelle di gestione e manutenzione che fanno capo a Eni GTI.
«La proposta di conferire tali funzioni a una nuova società di servizi (controllata da ENI) desta preoccupazioni - chiede Bruxelles - circa la possibilità, da parte dell'acquirente/degli acquirenti, di gestire efficacemente e autonomamente le attività di trasporto?». Altro dubbio è sull'impatto che la possibilità di Eni di prenotare capacità di trasporto di gas "in contro-flusso" può avere sulla capacità disponibile di trasporto verso l'Italia.


La vicenda era iniziata nel maggio 2006, a seguito di un'indagine per presunta violazione della normativa sulla concorrenza che ha coinvolto i principali operatori del settore gas europeo, tra i quali - oltre a Eni, E.On, GDF e RWE. Secondo la Commissione Ue, il gruppo italiano avrebbe limitato, nel periodo 2000-2005, l'accesso da parte di altri operatori ai tre gasdotti oggi messi in vendita e la cui cessione dovrebbe portare nelle casse della società - si stima - tra 1,5 e 1,7 miliardi di euro.

Eni accelera sulle cessioni - Pronta cassa da 1,7 miliardi


DOCUMENTO / Il compromesso tra Eni e Ue
6 marzo 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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