La Grecia dovrebbe riuscire a superare le tensioni che circondano i suoi conti pubblici senza che si renda necessario un intervento di concreto aiuto da parte del resto dell'area euro. Lo sostiene il presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker, che oggi ha incontrato il premier ellenico, George Papandreou.
Juncker ha ribadito che, «se dovesse servire siamo pronti ad assumere misure coordinate e decise, ma non ritengo che queste misure si renderanno necessarie». Allo stesso tempo il presidente dell'Eurogruppo ritiene che il caso Grecia non richieda un intervento operativo da parte del Fondo monetario internazionale, oltre a quello di mera assistenza tecnica che sta già fornendo. «Dobbiamo gestire la questione nell'ambito dell'eurozona - ha detto il primo ministro lussemburghese - preferirei escludere un coinvolgimento supplementare dell'Fmi».
Il messaggio lanciato da Juncker indica che i governi europei coinvolti in modo diretto nella gestione della crisi greca (in primo luogo Francia e Germania) ritengono che ora tocchi ai mercati valutare bene le mosse della Grecia. La dimensione dello sforzo di bilancio dovrebbe essere tale da dover rassicurare gli scettici più accaniti. Il presidente dell'Eurogruppo ha comunque ribadito che la solidarietà potrebbe scattare in ogni caso se i mercati non valuteranno come dovrebbero che il governo di Atene é determinato ad agire per riportare i conti pubblici sotto controllo. «I greci non saranno lasciati soli», ha ribadito.
Nella giornata di oggi in Grecia è in corso uno sciopero nazionale e i principali sindacati del paese hanno indetto diverse altre manifestazioni attese per il pomeriggio. I sindacati dei dipendenti del settore privato hanno proclamato un nuovo sciopero generale da tenersi giovedì prossimo, l'11 marzo per 24 ore.