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Elezioni, confronto aperto Oltretevere sul voto dei cattolici

di Massimo Donaddio

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18 febbraio 2008
INCHIESTA
La Chiesa sancisce la fine della rappresentanza unica
di Carlo Marroni
La mappa dei rapporti Chiesa-politica

Cattolici italiani alla ricerca di identità elettorale. A due mesi dal voto, i credenti seguaci della Chiesa di Roma hanno potenziali interlocutori almeno in tre dei quattro schieramenti che si vanno definendo in vista del voto. Come è naturale, soprattutto in momenti di smottamento politico, il centro moderato, che tradizionalmente è il luogo privilegiato dell'impegno di chi si richiama alla dottrina sociale della Chiesa, potrebbe rivelarsi decisivo per il futuro asssetto politico del sistema italiano. Le elezioni si vincono o si perdono al centro, dicono gli analisti di ogni Paese, e gli interpreti di questo centro stanno cercando di organizzarsi e di trovare uno spazio che sembrava precluso dai due grandi partiti che animeranno la campagna e la competizione elettorale. La Rosa Bianca di Pezzotta, Tabacci e Baccini, l'Udc di Casini, l'Udeur di Mastella: ecco gli interpreti attuali del centrismo italiano, seppur con sfumature e probabilmente destini diversi. Accanto ai partiti di centro, ci sono i cattolici democratici e i teodem nelle fila del Pd, ed esponenti del Pdl che si richiamano comunque al cattolicesimo, malgrado Silvio Berlusconi abbia messo in guardia dalle guerre di religione sull'aborto portate avanti dalla lista di Giuliano Ferrara.

Le gerarchie ecclesiastiche e il voto

La domanda dunque è la seguente: su chi scommettono le gerarchie ? Qual è la mappa dei rapporti Chiesa-politica ?
Qualche problema e un po' di imbarazzo si nota anche da parte ecclesiastica, dove sembrano affronatarsi due linee principali riguardo all'attuale fase politica. Inedita, e singolarmente esplicita, la presa di posizione del direttore di "Avvenire", Dino Boffo, sulla necessità che il centrodestra magnetizzato da Berlusconi continui ad accogliere dentro di sè un partito dalla chiara ispirazione cattolica. Il direttore del quotidiano della Cei, vicinissimo al cardinale vicario Camillo Ruini, si è speso in prima persona per lanciare un segnale importante, che a molti è parso, da una parte una scelta di campo, dall'altra un aiuto affinchè i cattolici più fedeli alla linea della gerarchia abbiano pieno diritto di rappresentanza nella coalizione di centrodestra (identificata forse come la più affidabile per l'agenda della Chiesa). Diversa sembra essere la posizione portata avanti dal cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che è apparso in questi mesi molto più dialogante con il Partito Democratico e con alcuni uomini di spicco della formazione guidata da Veltroni, a cominciare da Francesco Rutelli e Giuseppe Fioroni. La linea Bertone - che da quando è stato nominato primo collaboratore di Papa Joseph Ratzinger, è stata quella di avocare a sè i rapporti con la politica italiana e con le istituzioni repubblicane - appare più attenta al dialogo e alla rilevanza dei cattolici nelle varie formazioni impegnate nella competizione elettorale, cercando di difendere i principi che più stanno a cuore alla Chiesa con la mediazione e la trattativa dialogante. L'ala ruiniana, più intransigente e combattiva, sembra puntare su una risposta identitaria, cercando di eleggere un referente chiaro per i cattolici italiani (ma attenzione alla presentabilità dei candidati, avverte "Avvenire": «Il propblema è la qualità degli uomini che incarneranno il progetto»). Fallita la possibilità che il centrodestra dia forma ai desiderata della Chiesa e dei cattolici italiani, ai ruiniani non resta che puntare esplicitamente su un centro il più possibile allargato e forte, in grado di condizionare in un qualche modo il futuro governo e il dibattito politico. La posizione Bertone, in questa fase, sembra invece incarnare maggiormente la recente tradizione della Chiesa italiana, abilissima nel trattare con chiunque sulla base di una forza di pressione scaricabile, a seconda delle necessitàà, su un lato (centrosinistra) o sull'altro (centrodestra) dell'arco parlamentare. La massime autorità dello Stato si troveranno martedì all'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede per il tradizionale anniversario dei Patti Lateranensi. Potrebbe essere un'occasione importante per capire meglio gli orientamenti che stanno maturando Oltretevere in vista del voto politico di aprile.

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