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Giustizia, sfuma l'intesa
sul lodo Alfano e sul blocca-processi

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7 luglio 2008
Alfano, presto modifiche al 41-bis per i mafiosi
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Niente accordo fra Pd e maggioranza sulla Giustizia. Le commissioni Giustizia e Affari Costituzionali della Camera hanno concluso l'esame di tutti gli emendamenti al decreto sicurezza. Il capogruppo del Pd in commissione Giustizia Donatella Ferranti ha chiesto che si passi subito a discutere la norma «blocca-processi», che era stata accantonata in attesa della conferenza dei capigruppo di Montecitorio in programma alle 20 per decidere il seguito dell'esame di decreto sicurezza e lodo Alfano. «Non vediamo perchè non si possa discutere subito - ha dichiarato la deputata del Pd Paola Concia - gli emendamenti li abbiamo visti tutti, ora discutiamo anche di quello accantonato».
Le commissioni avevano accantonato l'esame dell'articolo 2 ter del decreto di legge sulla sicurezza che contiene la cosiddetta norma «blocca-processi». L'intenzione della maggioranza sembrava quella di anticipare l'esame del lodo cosiddetto Alfano (che stabilisce l'immunità per le quattro massime cariche dello Stato) e subito dopo annunciare la volontà di far decadere la «blocca-processi.

«Non c'è nè ci sarà nessuna trattativa, nessuno scambio fra il ritiro della norma sciagurata salva-processi e il cosiddetto lodo Schifani-Alfano». Lo ha detto il vicesegretario del Pd Dario Franceschini, a margine della raccolta delle impronte digitali, organizzata a Roma dall'Arci in segno di solidarietà ai rom. «Il Pd - ha continuato Franceschini - dall'inizio di questa vicenda, dice sempre la stessa cosa: ritirino la norma salva-processi e lo facciano subito».

Un'ipotesi, quella dello scambio fra "blocca-processi" e "lodo Alfano"contro cui si è gia scagliato il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. «E' una vergogna - sostiene Di Pietro a Montecitorio- e si profila la consumazione di un reato: il Parlamento sotto ricatto si appresta a pagare un riscatto al presidente del Consiglio. Il presidente del Consiglio compravende una norma di legge per una propria necessità e il Parlamento accetta supinamente. Una cosa così non succedeva neanche nel ventennio». Anche contro il lodo Alfano si svolgerà la manifestazione di domani a Roma, voluta dallo stesso Di Pietro e altre forze d'opposizione.

Ma c'è anche chi si schiera a favore del discusso lodo. Oggi, 7 luglio, trentasei costituzionalisti e studiosi di diritto pubblico hanno risposto al documento diffuso nei giorni scorsi su iniziativa di Alessandro Pace con un «appello alla ragione per un nuovo rapporto tra politica e giustizia, per dire un sì consapevole e motivato al cosiddetto» lodo Alfano.

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