Multa dell'Antitrust a Tim e Vodafone per pratiche commerciali scorrette nelle tariffe per navigare in internet con il telefono cellulare o con la chiavetta wireless. Tim è stata multata per 300mila euro, Vodafone per 360mila. Cifre considerevoli, tenendo conto che la legge stabilisce un tetto massimo di 500mila euro.
I due principali operatori di telefonia mobile italiani finiscono sotto accusa per le tariffe internet. A Tim è stata contestata l'offerta «Tim Flat Day». L'azienda aveva inviato ai suoi clienti prepagati un sms con su scritto «Attivato Flat Day fino alle 24», «senza chiederne - afferma l'Antitrust - preventivamente il consenso e senza fornire alcuna informazione in ordine alle relative condizioni economiche».
Vodafone è finita sotto la scure dell'Antitrust per il suo dispositivo di connessione ad internet denominato «Internet Key», la "chiavetta" Usb che, collegata al computer, consente di accedere a internet attraverso la rete di telefonia cellulare. «Se ti abboni è gratis» era lo slogan della pubblicità televisiva. Secondo l'Autorità, «la scelta operata di enfatizzare», nel relativo spot «la gratuità della fornitura della chiavetta a fronte della condizione della sottoscrizione di un abbonamento presenta un carattere fuorviante». Non si evidenzia, infatti, adeguatamente che l'effettiva natura dell'offerta risiede in un abbonamento di durata prolungata nel tempo. A denunciare Vodafone è stata la H3G, proprietaria di "Tre", in qualità di concorrente.
La multa arriva poco più di un mese dopo che l'Authority aveva sospeso la riscossione coattiva da parte di H3G dei crediti relativi al traffico internet contestato dagli utenti per l'offerta «Tre dati abbonamento» con l«'Adsm Modem Usb». «Si tratta di un provvedimento diverso - spiega l'Authority - mentre nel caso di Tim e Vodafone si tratta di un problema legato alla correttezza delle informazioni date agli utenti, nel caso di Tre il problema era un po' più complesso, c'era un fenomeno di levitazione delle bollette». Nei confronti di Tre il blocco della riscossione era un «provvedimento cautelare», mentre il procedimento, che potrebbe portare a una multa, dovrebbe concludersi, se non ci saranno proroghe, «intorno a fine settembre»
La decisione è stata salutata con entusiasmo dall'associazione di Utenti e Consumatori Aduc, secondo cui sarebbe necessario «innalzare ancor di piu' la sanzione massima che ora
eè di soli 500 mila euro». L'associazione annuncia una propria proposta di legge, che se approvata, la innalzerebbe a 10 milioni di euro.