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La lettera del cardinale Dionigi Tettamanzi ai fedele della diocesi di Milano

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BEATI COLORO CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO
Il nuovo Lezionario ambrosiano entrerà in vigore – nella Diocesi di Milano - all'inizio del prossimo anno liturgico, cioè sabato sera 14 novembre, con la Messa vigiliare della prima domenica di Avvento.

Cos'è il lezionario? Perché è "ambrosiano"?
Il lezionario è il libro liturgico che contiene in modo ordinato e progressivo i diversi brani della sacra Scrittura che vengono proclamati nelle sante Messe festive e feriali.
Si tratta di un lezionario caratteristico della Chiesa ambrosiana. I testi biblici che verranno proclamati coincideranno solo qualche volta con quelli usati nel Rito romano.
Nei fatti si realizza una distinzione rispetto alle letture proclamate nelle celebrazioni in Rito romano.

Ma perché questa differenza?
Perché, senza volerci distinguere a tutti i costi, vogliamo testimoniare la nostra fedeltà e valorizzare una tradizione liturgica vissuta nelle nostre terre da tante generazioni e ancora attuale e viva: una tradizione che costituisce una ricchezza spirituale per tutta la Chiesa. Del resto è stato lo stesso Concilio Vaticano II a chiedere di conservare e sviluppare ogni legittima tradizione liturgica e di aprire con maggiore abbondanza a tutti i fedeli il tesoro della sacra Scrittura (cfr. Costituzione sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium nn. 4 e 51).

La Chiesa di Milano, fin dall'epoca di sant'Ambrogio, ha conservato e continuamente rinnovato un modo proprio e originale di celebrare i misteri della vita di Cristo nel corso dell'anno liturgico. E questa modalità risulta particolarmente evidente nei testi delle preghiere della Messa e nella scelta dei brani della parola di Dio.

La Liturgia ambrosiana: un ponte con l'Oriente
Partecipando ad una Divina Liturgia ortodossa, a Mosca, nel mio viaggio dell'agosto scorso, mi rendevo conto della straordinaria importanza che la liturgia ha avuto per la Chiesa Russa, caratterizzando la spiritualità di un popolo e sostenendolo soprattutto nelle difficoltà e nei momenti di martirio della sua storia.
Ho notato con interesse anche alcune somiglianze con la nostra Liturgia ambrosiana.
Questo legame non è casuale: il Rito ambrosiano per secoli ha custodito in Occidente le tracce dell'originaria tradizione liturgica di Gerusalemme, costituendo così un ponte provvidenziale con l'Oriente.

Un lezionario "nuovo": rispetto a che cosa?
Per comprendere la novità del Lezionario ambrosiano, che entrerà in vigore con il prossimo Avvento, occorre risalire al Concilio Vaticano II. Uno degli innumerevoli frutti che ne sono scaturiti è stata la riforma dei testi del messale, avvenuta quasi subito.
La riforma del lezionario – per il Rito ambrosiano – ha avuto invece una vicenda più lunga, che solo oggi si chiude.

Infatti, dal 1976 ad oggi nelle nostre chiese si è usato ad experimentum il Lezionario romano con un "supplemento" ambrosiano solo parziale. Nel 1995 il Sinodo diocesano 47° ha chiesto però il superamento di questa fase sperimentale. Così ora la promulgazione del "nuovo Lezionario ambrosiano" costituisce l'attuazione del mandato sinodale e, dunque, costituisce un fatto ecclesiale di grande importanza per la vita della nostra Diocesi e delle comunità che seguono il Rito ambrosiano.
Per usare un paragone: con il nuovo Lezionario è stato compiuto qualcosa di simile al restauro di un edificio antico, di grande pregio, un edificio che si vuole valorizzare riproponendolo nel suo splendore originario e insieme adeguandolo, nel rispetto delle sue caratteristiche, alle esigenze di oggi.

Un lezionario, due "testamenti"
Il nuovo Lezionario ambrosiano pone in maggiore evidenza l'intimo legame che unisce l'Antico e il Nuovo Testamento.
Nelle nostre assemblee al cuore della proclamazione delle Scritture c'è il Vangelo. Ogni sua pagina non è isolata, ma è in stretta continuità con gli altri testi dell'Antico e del Nuovo Testamento.
Ora ciò che caratterizza il Lezionario ambrosiano è la sua originale modalità di mettere in relazione determinati testi biblici con il racconto evangelico, dando particolare rilievo all'Antico Testamento.

È una modalità che affonda le sue radici nella tradizione liturgica della nostra Chiesa milanese, a partire da sant'Ambrogio stesso, Nella visione cristiana i due Testamenti – che compongono la Bibbia – sono inscindibilmente uniti: l'Antico è illuminato, nel proprio contenuto di salvezza, dal suo compimento in Cristo e il Nuovo può essere compreso solo alla luce della rivelazione contenuta nella Legge e nei Profeti. E così attraverso la lettura di ogni pagina delle Scritture noi celebriamo l'unico grande mistero di Cristo che si attualizza per noi, facendosi salvezza e grazia per la nostra vita.

  CONTINUA ...»

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