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La lettera del cardinale Dionigi Tettamanzi ai fedele della diocesi di Milano

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Un lezionario, tre libri
Il nuovo Lezionario ci offrirà la possibilità di contemplare questo mistero, di volta in volta, secondo una particolare prospettiva, che ci viene chiaramente suggerita dal titolo stesso dei tre libri di cui è composto: il Mistero della Incarnazione del Signore (che va dall'Avvento al periodo dopo l'Epifania), il Mistero della Pasqua del Signore (che inizia dalla Quaresima e giunge fino alla Pentecoste) e il Mistero della Pentecoste (che dalla Pentecoste giunge alla conclusione dell'anno liturgico).

Troviamo qui indicate le tre grandi tappe secondo cui si snoda, secondo ulteriori momenti, l'anno liturgico della Chiesa, ossia il tempo di grazia, il tempo della nostra "vita in Cristo".

Anche il sabato sera è festa!
Desidero attirare l'attenzione anche su un'altra rilevante novità introdotta con il lezionario: le celebrazioni vigiliari.
Se già adesso la nostra Liturgia introduce quattro grandi feste (Pasqua, Natale, Epifania, Pentecoste) con una celebrazione di vigilia, si vuole ora estendere questa celebrazione nella Messa del sabato sera (Messa cosiddetta "prefestiva", ma che in realtà si configura come la prima Messa festiva domenicale: del resto il nostro Rito, seguendo l'antica tradizione ebraica, ha sempre considerato come inizio del giorno la sera precedente), con la possibilità anche di inserirla tra i Vespri.

È questa una novità che ha lo scopo, con la proclamazione solenne della risurrezione di Cristo, di rilanciare l'importanza dell'ingresso nella Pasqua della settimana, la Domenica, il Giorno del Risorto. Infatti le comunità di Rito ambrosiano accoglieranno in ogni vigilia della Domenica l'annuncio della vittoria di Cristo sulla morte all'inizio della celebrazione della Messa, attraverso la proclamazione di uno dei dodici vangeli della Risurrezione.

Quali frutti da questo cambiamento?
L'Arcivescovo, che il Giovedì Santo 2008 ha promulgato il nuovo Lezionario, che cosa si attende dal suo uso nelle comunità di Rito ambrosiano?
Mi attendo che l'uso del lezionario sia sentito come un particolare dono che ci aiuterà a professare, celebrare e vivere la nostra fede a partire dalla parola di Dio.

Sono sicuro che il nuovo Lezionario potrà costituire per tutti i fedeli la via normale per incontrare Gesù Cristo, il Verbo del Padre, la Parola fatta carne per la salvezza nostra e del mondo intero.
Sono certamente diversi i modi con cui accostarsi alle sacre Scritture: per esempio, attraverso la lectio divina personale o comunitaria (come avviene in molti gruppi d'ascolto diffusi nella nostra Diocesi). Ma non c'è dubbio che la proclamazione della parola di Dio nella liturgia della Messa, proprio perché coinvolge la Chiesa nei segni efficaci della salvezza (i sacramenti), è il "vertice" verso cui tende ogni altro incontro – personale o ecclesiale – con la parola divina e la "sorgente" da cui proviene tutto l'amore obbediente della Chiesa per le divine Scritture.

Un sogno che si fa augurio e preghiera
Vorrei concludere confessando qualche mio "sogno", che si fa augurio e preghiera.
Sogno comunità di fedeli che, convinte e gioiose, pongano al centro della loro vita la celebrazione dell'Eucaristia e siano animate da un più intenso desiderio di partecipare alla mensa della Parola e del Pane.

Sogno comunità che, proprio perché si sono incontrate con il Signore Gesù morto e risorto, si aprano alla testimonianza nella concretezza del vissuto quotidiano.
Sogno comunità che siano consapevoli che tutta l'esistenza è sacrificio di lode al Signore e che perciò celebrino la Liturgia sapendo che questa non esaurisce tutta l'attività pastorale della Chiesa, ma ne è l'anima e il respiro.

È questo il senso profondo delle parole conclusive di ogni Messa: "Andiamo in pace. Nel nome di Cristo". Ora che abbiamo incontrato Cristo, nostra pace e nostra gioia, riprendiamo con sicura speranza a percorrere le strade della vita insieme con Lui.

+Dionigi Cardinale Tettamanzi
Arcivescovo di Milano

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