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Il Parlamento dei cinquantenni. Più avvocati
e funzionari di partito

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21 aprile 2008

Il Parlamento che si sta preparando al debutto del 29 aprile non sarà certo ricordato per la presenza dei giovani, esaltata dai proclami elettorali, né per il numero elevato di donne. Sarà invece annoverato come il Parlamento dei cinquantenni, degli avvocati e dei rieletti.
Nonostante le promesse pre-voto, sugli scranni di Camera e Senato saranno poche le differenza di sesso ed età rispetto all'attuale legislatura, prossima alla chiusura. Un segnale che mostra come la politica continui ad affidarsi a candidati maturi e nella maggior parte dei casi uomini.

Sono i risultati delle elaborazioni effettuate dal Sole 24 Ore prendendo in considerazione gli eletti certi e considerando anche le opzioni. Poiché al momento solo il Pd ha ufficializzato le scelte dei pluri-eletti, è stato adottato il criterio di indicare come ciroscrizione di elezione quella che il pluri-candidato ha scelto alle politiche del 2006 e, di conseguenza, di designare nelle altre circoscrizioni il primo dei non eletti. Per quanto questo lasci alcuni margini di incertezza, il risultato finale non viene comunque inficiato da scelte diverse che i pluri-eletti dovessero fare al momento dell'insediamento delle Camere. Lo scenario del Parlamento futuro, insomma, è quello che i numeri riportati in questa e nelle successive due pagine disegnano.

Per esempio, circa le classi di età. Gli over 50 rappresentano il 37,8% dei deputati e il 45,1 dei senatori. Numeri molto simili rispetto al "vecchio" Parlamento, dove gli onorevoli sulla cinquantina rappresentavano il 39,7% a Montecitorio e il 40% a Palazzo Madama. A fronte di ciò, è sempre scarsa la presenza dei giovani – la fascia dai 25 ai 30 anni – che, a dispetto delle numerose candidature, risultano appena l'1% dei deputati. È uno degli effetti del sistema elettorale, che non consente l'indicazione di preferenze e premia chi nelle liste – formate dalle segreterie dei partiti – occupa la posizione di testa. E i giovani, pur presenti, erano quasi sempre nelle retrovie. Un dato in linea con quanto registrato in passato.

Analoga considerazione si può fare sulla bassa rappresentanza delle donne, che alla Camera raggiungono il 21,1%, mentre al Senato si fermano al 17,8%. Si tratta di piccoli incrementi rispetto alle quote rosa della legislatura che sta per finire: il 17,3% a Montecitorio e il 14% a Palazzo Madama.
A caratterizzare le nuove Camere sarà anche la scarsa presenza di volti nuovi: le matricole sono il 40,5% a Montecitorio e il 35,6% a Palazzo Madama. La maggior parte dei parlamentari – il 59,5% alla Camera e il 64,4 al Senato – non dovranno abbandonare il Palazzo. Nessun trasloco. Come, d'altra parte, accadde nel 2006, quando i riconfermati alla Camera furono il 56,7% e al Senato il 62,2%. Un certo ricambio c'è stato, tra le ultime legislature, solo nella XII, quando i neoletti raggiunsero il 69,2% a Montecitorio e il 68,3 a Palazzo Madama.

Un tratto distintivo del nuovo Parlamento è la presenza degli avvocati. La categoria ha riconquistato la vetta della graduatoria delle professioni: sono il 14% alla Camera e il 14,3 % al Senato. Forte presenza anche di altri professionisti – ingegneri, architetti, biologi, consulenti – che raggiungono il 12,9% fra i deputati e il 16,2% fra i senatori. Un vero e proprio balzo in avanti rispetto alla situazione attuale della Camera, dove quelle categorie si fermano al 5,7 per cento.
In crescita anche gli imprenditori – sono il 10,6% alla Camera e l'11,7 al Senato – mentre si conferma di peso la presenza di parlamentari provenienti dai partiti o dal mondo politico. I cosiddetti professionisti della politica saranno il 12,9% dei deputati e il 7,3% dei senatori. Ben rappresentati anche i giornalisti, che sono il 10,5% alla Camera e il 7,3% al Senato, è rimasta inalterata rispetto al passato. Arretrano, invece, i docenti, nella cui categoria sono compresi insegnanti e professori, la cui percentuale alla Camera è scesa del 4% (erano il 13,6%) e a Palazzo Madama, del più del 5% (saranno il 12,4% contro il 18 della legislatura che volge alla fine).
Certamente il nuovo Parlamento non sarà identificato con gli operai e gli impiegati, che si attestano al 4,9% a Montecitorio e al 4,1% tra i banchi di Palazzo Madama, a fronte dell'11,4% alla Camera e 6,6% di ora.

A cura di Antonello Cherchi, Luciano Fassari, Francesca Malaguti, Serena Riselli, Alessandra Tibollo

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