Offesa all'onore o al prestigio del presidente della Repubblica. Per questo reato, previsto dall'articolo 278 del codice penale, è stato iscritto sul registro degli indagati della Procura di Roma il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro. La formalizzazione dell'accusa si configura come un «atto dovuto», dopo la denuncia presentata sabato scorso dall'Unione camere penali italiane seguita alle dichiarazioni fatte da Di Pietro nell'ambito di una manifestazione svoltasi a piazza Navona. L'ex pm di Mani pulite, riferendosi a Giorgio Napolitano, aveva detto: «A lei che dovrebbe essere arbitro, possiamo dire che a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzo?». Poi Di Pietro aveva aggiunto, secondo la denuncia firmata dal presidente dell'Ucpi Oreste Dominioni e da Renato Borzone: «Il silenzio uccide, il silenzio è un comportamento mafioso».