Non è nella ricerca che l'Italia soffre, ma nell'applicazione dei risultati raggiunti. E su questo, rispetto ai paesi più virtuosi nella prevenzione sismica, siamo indietro di 15 anni. Rui Pinho, segretario generale del progetto Gem (Global Earthquake Model) di Ocse rileva: «Giappone, California e Nuova Zelanda sono le nazioni più illuminate, tanto da non essere più considerati paesi a rischio nonostante la presenza frequente di movimenti tellurici potenti sui loro territori. La capacità di creare strutture resistenti al terremoto, attraverso l'applicazione di progetti avanzati, ha fortemente ridimensionato per loro la portata del pericolo. E da paesi ad alto rischio oggi sono considerati ad elevata pericolosità». Italia, Cina, Grecia, India, Pakistan e Turchia restano nella prima lista.
Domando quali siano gli elementi caratterizzanti dell'impegno di Giappone, California e Nuova Zelanda per la prevezione sismica. Pinho evidenzia tre componenti: la ricerca molto avanzata, utilizzando metodi all'avanguardia e su questo - dice - l'Italia è allo stesso livello; la capacità di passare dai risultati degli studi alla pratica, fornendo adeguate normative di progettazione già 15 anni fa, mentre l'Italia ha aspettato fino al 2003 (dopo il terremoto in Molise); l'adeguamento sismico delle strutture esistenti, e questo è il punto più dolente per il nostro Paese, dove l'investimento di risorse economiche ed umane resta insufficiente. «L'introduzione di normative anti-sismiche in Italia ha riguardato per lo più le nuove costruzioni. Quello che serve ora è l'avviamento di campagne per l'adeguamento di edifici progettati con le vecchie direttive, utilizzando metodi innovativi, come l'inserimento di fibre di carbonio nei pilastri deboli e meccanismi di dissipazione dell'energia sismica».
Il segretario generale del progetto Global Earthquake Model promuove la Protezione civile italiana «negli ultimi anni ha fatto molto, impiegando decine di milioni di euro per la prevenzione e lo sviluppo scientifico sull'adeguamento sismico». Non a caso, sottolinea Rui Pinho «l'Italia è stata scelta da Ocse come sede del progetto Gem, dopo la competizione con numerosi paesi. È dunque stata riconosciuta come leader della ricerca nel settore a livello mondiale».
Obiettivo di Global Earthquake Model, che coinvolge enti pubblici (ministeri di interni e ricerca) e privati (compagnie di riassicurazione per i modelli di rischio) di tutto il mondo è la messa a punto delle conoscenze fin qui acquisite, in modo da elaborare un sistema unificato globale di prevenzione sismica. Per l'iniziativa è stato stanziato un budget di 40 milioni di euro in cinque anni.