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Sisma, Bertolaso: Ricostruzione prima casa al 100 per cento

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8 maggio 2009

Il governo garantirà il 100% dell'importo per la ricostruzione della prima casa nelle aree
colpite dal sisma in Abruzzo, anche oltre il tetto dei 150mila euro. Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, che in audizione presso la commissione Ambiente del Senato sul Dl Abruzzo ha annunciato l'intenzione del governo di presentare un emendamento ad hoc al decreto Abruzzo, attualmente all'esame del Senato. «Verrà presentato un emendamento - ha spiegato Bertolaso - che prevede di chiarire nel testo del decreto che verrà garantito il 100% della ricostruzione della prima casa». E ha aggiunto di aver sempre ribadito che non dovessero essere indicati limiti di spesa nel decreto per quanto riguarda la ricostruzione pesante: con l'emendamento che verrà presentato il problema dei 150mila euro del tetto è risolto.

Entro giugno il rientro nelle case. Entro il mese di giugno ci dovrebbe essere il rientro negli edifici agibili nelle aree colpite dal terremoto. Bertolaso ha detto che entro fine giugno la Protezione civile conta di «consentire a tutti coloro i quali hanno una casa parzialmente agibile di rientrare a casa». Inoltre «non ci sarà nessun onere per chi vuole ritornare nella sua casa agibile» . Anche «il controllo del gas sarà gratis, paga tutto la Protezione Civile», ha assicurato. Ma sono circa 15-20mila le persone che non potranno tornare a casa, «staranno fuori casa da 12 mesi fino a qualche anno. Ci stiamo organizzando per la gestione di queste persone dopo che avremo finito la fase della ricostruzione leggera». Non sono in programma container o case di legno per chi ha perso la casa all'Aquila. Mentre, ha sottolineato Bertolaso in comuni dove gli sfollati sono 20-30-40 famiglie, «lì si che costruiremo casette di legno», aggiunge. Comunque «entro il 30 ottobre contiamo di dare - conclude - una sistemazione a chi non ha una casa».

Al sindaco il compito della ricostruzione all'Aquila. E oggi al consiglio dei ministri un altro degli emendamenti che l'Esecutivo proporrà per il decreto Abruzzo affiderà al sindaco dell'Aquila il compito di occuparsi della ricostruzione del centro storico della città, d'intesa con il presidente della Regione. «In un primo decreto - ha aggiunto Bertolaso - abbiamo conferito ai sindaci dei 49 comuni colpiti dal terremoto tutti i poteri necessari per gli interventi d'urgenza: demolizioni, assistenza agli sfollati e pulizia delle strade sono compito dei sindaci che lavorano in sintonia con la Protezione civile. E con un'ordinanza i sindaci sono stati definiti soggetti attuatori».

Un edificio su quattro è inagibile. Dopo quasi 30mila verifiche, un edificio su due risulta agibile e uno su quattro inagibile. Su 29.751 verifiche di agibilità, ha spiegato Bertolaso, il 53% ha dato esito positivo. Un altro 15% di edifici, inoltre, è risultato inagibile, anche se con piccoli interventi può rientrare tra quelli agibili e il 23,6%, invece, è risultato completamente inagibile. Tra questi, il 13% sono scuole, il 15% fabbriche e imprese e il 44,2% beni culturali. «Solo sulla base delle verifiche, che noi contiamo di ultimare in questo mese saremo in grado di capire quale sarà il destino degli sfollati». E Bertolaso ha sottolineato che spesso si vive in tenda per paura. La «maggioranza di quelli che oggi vive in tenda lo fa per paura» e che dunque bisognerà accelerare il rientro nelle case anche se «non abbiamo la minima intenzione di costringere la gente a rientrare». Una paura legata al fatto che lo sciame sismico non accenna a diminuire.

Oltre 64mila gli sfollati. A un mese dal terremoto che ha colpito l'Abruzzo, sono 64.657 gli sfollati che sono assistiti giornalmente dalla Protezione Civile. A questi, ha detto Bertolaso, si aggiungono circa 20mila che hanno trovato una autonoma sistemazione. Dunque a oggi ci sono «85-90mila persone che vivono fuori dalla propria casa». Bertolaso ha anche sottolineato che degli oltre 64mila sfollati, 32.103 vivono nelle 170 tendopoli attrezzate nei comuni colpiti dal sisma, mentre gli altri sono stati sistemati negli alberghi e nelle abitazioni private lungo la costa. (N.Co.)

8 maggio 2009
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