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Tremonti: «Gestire la crisi prova nella psiche e nel fisico»

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24 giugno 2009

«Abbiamo il terzo debito pubblico del mondo senza essere la terza economia del mondo e gestire la crisi con questa situazione prova nella psiche e anche nel fisico». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, intervenendo all'assemblea annuale di Confcommercio.
Il ministro ha ricordato che l'Italia, in compenso «ha un enorme stock finanziario attivo, il risparmio privato» e che «la crisi ci insegna che le due grandezze vanno sommate insieme. Consolidando le due grandezze siamo al livello degli altri grandi paesi». Al riguardo il ministro ha sottolineato l'impegno del Governo per mettere «nella maggiore sicurezza possibile il debito pubblico» aggiungendo che «tra fare deficit e fare le aste sui titoli del debito pubblico c'é la stessa differenza che esiste tra il dire e il fare».
Il ministro si é quindi congedato dall'assemblea di Confcommercio ringraziando «per non essermi beccato fischi».

«I debiti pubblici - ha proseguito Tremonti nel suo intervento all'assemblea annuale di Confcommercio - sono da attenzionare, ma i debiti privati vanno considerati con ancora maggiore attenzione». Il ministro ha ricordato come «altri paesi, negli anni passati, siano cresciuti sfruttando un eccesso di debito, la bolla del debito privato e le carte di credito. I salvataggi che sono stati fatti altrove sono stati realizzati tramite uno spostamento del debito privato marcio al debito pubblico. Altri paesi hanno fatto di più, rispetto a noi, perché costretti a operazioni di salvataggio del sistema bancario. Il nostro sistema bancario non ha invece chiesto al Governo interventi strutturali di quel tipo».

Il titolare di via XX Settembre ha poi sottolineato che la crisi «é importata e ha colpito il nostro
Paese più di altri in un settore, quello dell'export, in cui eravamo molto forti». Secondo il ministro l'Italia per affrontare la crisi «ha quattro elementi di forza e solidità»: gli 8mila comuni, gli 8,5 milioni di partite iva, il grande risparmio privato, l'Inps e la famiglia. Quanto al primo elemento Tremonti ha ricordato che l'Italia «ha 8mila comuni minimi, medi e grandi e non ha, cosa che costituisce un fattore di forza, le grandi metropoli con intorno le periferie, le banlieu, dove può nascere il conflitto sociale: l'Italia é come una rete capace di assorbire l'impatto che viene dai conflitti determinati dalla crisi».
Tremonti ha quindi sottolineato che l'Italia ha il doppio delle partite Iva della Francia a parità di popolazione e, fatto che compensa la mancanza della grande industria, «100 distretti che sono anche loro un'industria, oltre alla seconda manifattura in Europa dopo la Germania».

Sull'azione del Governo per contrastare la crisi ha precisato che l'Esecutivo «ha fatto tre cose essenziali: ha messo nella maggiore sicurezza possibile il debito pubblico, ha fatto tutto il possibile per la pace e la coesione sociale garantendo le pensioni, gli stipendi, la sanità, la sicurezza, la scuola e l'assistenza ai più deboli, ha tenuto aperto il vitale canale di finanziamento alle imprese, a partire dalle piccole e medie».
Per migliorare ulteriormente la situazione, per il ministro serve un «rapporto più equilibrato con il fisco» che superi il modello centralizzato attuale con il coinvolgimento delle amministrazioni locali, anche in funzione della lotta all'evasione fiscale.

Tremonti si é infine soffermato sul nodo delle riforme interne e del sistema finanziario internazionale. Per quanto riguarda le riforme strutturali il ministro, pur dicendosi d'accordo sulla loro necessità, ha ribadito di essere convinto che «se riparte la domanda mondiale, riparte il commercio e ripartono anche le nostre imprese, senza bisogno di riforme strutturali. Alcune riforme - ha proseguito - sono state fatte e alcune sono più da salotto che realmente necessarie. Sono state fatte le riforme della scuola, in parte quella della PA, va fatta la riforma dell'Università, ma la madre di tutte le riforme é il federalismo fiscale che vuol dire responsabilità, moralità, equità, fiscalità».
Quanto alla finanza internazionale, Tremonti ha sottolineato il ruolo del Governo Berlusconi nel porre in sede internazionale la questione delle regole: «ragionare sulle regole é la base per impostare un futuro in cui si evita che si prepari la nuova crisi. In uno scenario in cui i debiti pubblici aumentano, la strategia di uscita é complicata e alcuni pensavano all'inflazione più che ai conti, la situazione va gestita dalla politica».

24 giugno 2009
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