Grillo senatore per un giorno per illustrare, alla commissione Affari costituzionali, la proposta di legge popolare di modifica del sistema elettorale, di cui è primo firmatario. Un ddl che ha chiamato «Parlamento pulito». Le linee guida? Tetto di due legislature per parlamentare, ritorno alle preferenze e nessun inquisito in Parlamento.
Prima un inizio soft, poi toni sempre più pesanti, tanti battibecchi con i parlamentari. «È uno scandalo - ha detto il comico genovese - che siano presenti in Parlamento 20 condannati in via definitiva. Uno schifo che 70 dei nostri rappresentanti siano stati indagati e condannati. Parlamentari come Cuffaro e Dell'Utri sono stati eletti per meriti giudiziari. Sei persone hanno scelto i parlamentari, compresa qualche zoccola. Dovreste cominciare a preoccuparvi di gente come De Magistris e Sonia Alfano che hanno ottenuto centinaia di migliaia di preferenze senza avere televisioni o altri mezzi». Il comico genovese ha sottolineato di aver dovuto aspettare due anni prima di essere ascoltato in commissione. «Noi - spiega ai senatori illustrando la proposta di legge popolare - chiediamo che nessun condannato possa sedere in parlamento e mi sembra un sogno anche se chiediamo una cosa normale».
I partiti «che occupano la democrazia - ha detto Grillo - é tempo che tolgano il disturbo». Il comico ha avvertito i parlamentari: «attenzione perché la marea sta montando, Berlusconi é già costretto a fare i comizi in piazze chiuse, l'Italia non sta più con lui. Ci sono fuori milioni di persone che vogliono restaurare la democrazia. Anzi, ve lo ordina perché voi siete dei loro dipendenti». Questa, insiste, «é l'ultima occasione che avete per salvare la faccia altrimenti gli italiani cacceranno chi ci rende zimbello nel mondo». Infine un richiamo storico, «anche il gran consiglio del fascismo seppe cacciare Mussolini. Ascoltate i cittadini finché siete in tempo».
Viene sdoganato in un'aula del Senato il termine psiconano usato dal comico in tanti comizi che ora finisce agli atti della commissione di Palazzo Madama. Sulle intercettazioni attacca. «Oggi viene approvata - sottolinea Grillo - una legge che limita le intercettazioni e mette il bavaglio all'informazione. Io sarò, presumo, il primo condannato perché farò disubbidienza civile. Il primo pensiero dello psiconano non è il Paese, ma sempre e solo non farsi beccare. Avete approvato il lodo Alfano per evitare che Berlusconi finisse in galera, ora volete limitare il diritto del cittadino ad essere informato». Ai parlamentari nella replica finale ha detto: «Siete vecchi nel concetto di politica - ha attaccato - antistorici, sorpassati, perché il mondo sta andando da un'altra parte».
Resta senza risposta la domanda di Beppe Grillo di calendarizzare la proposta di legge popolare. «Se mi date una data di quando potrà essere discussa questa proposta di legge firmata da 350mila cittadini, me ne andrò contento ...». La vice presidente Maria Teresa Incostante (Pd) ha spiegato che la data di esame sarà definita quando il ddl di iniziativa parlamentare sarà incardinato per essere discusso con le altre proposte di legge.
Le senatrici risentite per le parole di Grillo hanno annunicato una querela bipartisan per quel generico ma inelegante appellativo. Il presidente Renato Schifani che non lo nomina nemmeno («il presentatore di un ddl popolare») si è riservato di «valutare ulteriori seguiti della questione» e ha espresso «stupore e rammarico» per gli «insulti qualunquistici e volgari» del comico.