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Cena tra Berlusconi e Bossi:
No a sostegno referendum

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9 giugno 2009
Silvio Berlusconi all'urna (Reuters)

Il risultato del Pdl alle elezioni Europee non era quello pronosticato alla vigilia, e alla fine nemmeno il record di preferenze ha contribuito a sollevare il morale di Silvio Berlusconi. Perché è vero che con oltre 2 milioni e 7 mila voti resta il "preferito" degli italiani e che vince le "sfide dirette" in tutte le cinque circoscrizioni, ma non è riuscito a sfondare l'auspicato tetto dei 3 milioni.
Berlusconi, tuttavia, ai suoi ha ribadito l'intenzione di «non farsi fermare», di «andare avanti con l'azione di governo». Con gli alleati il presidente del Consiglio intende puntualizzare alcuni aspetti, a cominciare dalla Lega, forte del suo 10 percento.

Anche per discutere di questo, nella serata di ieri c'è stato un incontro ad Arcore tra il leader della Lega Nord e il presidente del Consiglio: Bossi è arrivato a Villa San Martino poco dopo le 21 mentre, qualche minuto prima, a fare il suo ingresso nella residenza di Berlusconi era stato il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli. Dopo, hanno raggiunto gli ospiti anche il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, Roberto Maroni e Aldo Brancher.
Tra Berlusconi e Bossi sarebbe stato raggiunto un accordo per il sostegno comune dei candidati del centrodestra che andranno ai ballottaggi alle amministrative e sulla opportunità di non appoggiare direttamente il "sì" al referendum del 21 giugno. È stata anche confermata l'opportunità di una riforma del bicameralismo perfetto - ha reso noto Calderoli uscendo dalla residenza del premier - e, successivamente, della legge elettorale.

Berlusconi e Bossi si spenderanno invece in prima persona per il sostegno dei candidati del centrodestra ai ballottaggi. Nel corso della cena è stata anche fatta una valutazione delle elezioni amministrative, giudicate dal leader del Pdl e da quello della Lega «sorprendenti» per il numero di amministrazioni conquistate. Non ci sarebbe stato nessun riferimento alle candidature per le regionali. Nessun via libera, inoltre, al sostegno dell'Udc al centrodestra ai ballottaggi. «Pdl e Lega - ha spiegato Calderoli - vanno bene da soli».

Sicilia, Kakà e Veronica, i crucci del premier.
Silvio Berlusconi, all'indomani della consultazione per Strasburgo che ha assegnato al suo partito il 35,2% di voti e a spoglio delle amministrative, ha scelto la via del silenzio, non rilasciando né una dichiarazione né una nota, ma rimanendo a Villa San Martino, la sua residenza di Arcore. L'unica uscita l'aveva fatta nel primo pomeriggio per raggiungere la villa di Lesmo, sede della futura Università della Libertà. Oggi è atteso a Roma, dove nel pomeriggio sarà impegnato in alcuni appuntamenti istituzionali.
Tuttavia il premier ha analizzato con i suoi l'esito del voto e, dal suo punto di vista, il fattore primo che ha frenato il risultato del Pdl è stata la «campagna di diffamazione» che è stata attuata nei suoi confronti, a cominciare dal "Casoriagate" che ha avuto la giovane Noemi Letizia come protagonista. Ma sulla bilancia vanno anche messi la cessione del campione Ricardo Kakà al Real Madrid non gradita dai tifosi milanisti, il caso Sicilia e le liti interne nell'Isola (non a caso nei prossimi giorni è in programma un incontro con il leader dell'Mpa e governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo), e dunque anche quell'astensionismo delle regioni del Sud, che probabilmente ha influito sul mancato traguardo del 40% di voti.
In ogni caso, il Pdl resta il partito più forte e lo "stacco" con il Pd è salito a nove punti. Inoltre, anche gli esiti delle amministrative segnano dei punti a vantaggio della maggioranza, come la conquista della provincia di Napoli, il ballottaggio nella "rossa" Firenze, oltreché nelle province di Milano e Torino.

9 giugno 2009
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