Una forte scossa di terremoto è stata avvertita molto distintamente a L'Aquila poco dopo le 13. La gente è uscita subito dagli uffici riversandosi per le strade. Per ora non sono segnalati danni a persone o cose. La scossa è stata registrata alle 13:03 dall'Istituto nazionale di geofisica che ha rilevato una magnitudo di 4.1. L'epicentro è nella zona tra Collebrincioni e Arischia, a una una profondità di 8,8 chilometri.
Le scosse di queste ultime ore avvertite dalla popolazione e registrate dalla strumentazione nella provincia de L'Aquila rientrano, pur essendo di significativa magnitudo, in quello che i tecnici dell'Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) definiscono «progressivo decadimento» di un sisma forte, come quello del 6 aprile.
Quello che invece preoccupa i ricercatori è quanto sta avvenendo a nord de L'Aquila, verso la provincia reatina, in particolare nella zona compresa tra il lago di Campotosto e Amatrice: qui sono giorni ormai che le strumentazioni registrano repliche sismiche. «Stiamo seguendo il fenomeno con attenzione e preoccupazione - dice il sismologo Fabrizio Galadini, direttore della sezione milanese dell'Ingv - perchè sicuramente c'è migrazione sismica».
L'ultimo terremoto importante nella zona della Laga risale al 1639, e fu l'area di Amatrice ad essere colpita, anche se in misura non paragonabile per gravità a quella del 6 aprile scorso nell'aquilano, «ma la faglia appenninica a ridosso dei Monti della Laga e che corre lungo il versante occidentale degli stessi ha sicuramente una sismicità che si colloca su quell'area e va seguita con attenzione». Non è detto che nei prossimi giorni, in coincidenza con il G8 de L'Aquila, non possano ripetersi scosse con l'intensità di queste ultime ore, «è possibile più che probabile», precisa il sismologo.