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Tarantini: ho portato 30 ragazze a casa del premier Berlusconi

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9 settembre 2009

Non due ma trenta. Una trentina di giovani donne affascinanti avrebbero preso parte alle feste private del primo ministro Silvio Berlusconi, da settembre 2008 a gennaio 2009. Alcune hanno ricevuto 1000 euro come compenso «per prestazioni sessuali». Altre solo un rimborso spese ma «senza che il premier lo sapesse».

E' questa la verità dell'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini sul giro di escort di lusso nelle residenze private di Berlusconi. Verità emersa durante un recente interrogatorio a Bari, il 29 luglio, nell'ambito dell'inchiesta che lo vede indagato per favoreggiamento della prostituzione e cessione di droga. Un ampio resoconto degli interrogatori è pubblicato oggi dal Corriere della sera. Con nomi delle ragazze, date, dettagli e natura degli incontri e delle feste. Tra queste giovani ragazze ci sono alcune persone sconosciute e altre note poi comparse in programmi televisivi, come protagoniste di reality show o vallette.

Tarantini rivela ai magistrati la procedura usata per accompagnare le ragazze a Palazzo Grazioli senza dare nell'occhio. Faceva sedere le giovani «sui sedili posteriori oscurati dell'auto». Un accorgimento per evitare che «giornalisti o altre persone potessero guardare nell'auto». Quando arrivava nelle vicinanze del palazzo, racconta Tarantini «avvertivo un responsabile della sicurezza del mio arrivo e quindi, una volta giunto al portone la prima guardia avvisava altri». E faceva entrare l'auto nel cortile di Palazzo Grazioli per evitare di essere visti.

Nel corso dell'interrogatorio pubblicato dal Corriere, Tarantini ha anche spiegato come è nato il suo rapporto con il primo ministro: «Io ho voluto conoscere il presidente Berlusconi ed a tal fine mi sono sottoposto a spese notevoli per entrare in confidenza con lui e sapendo del suo interesse verso il genere femminile non ho fatto altro che accompagnare da lui ragazze che presentavo come mie amiche tacendogli che a volte le retribuivo». E ancora, alla fine dell'interrogatorio l'imprenditore pugliese ha precisato che «il ricorso alle prostitute e alla cocaina si inserisce in un mio progetto teso a realizzare una rete di connivenze nel settore della Pubblica aministrazione». Escort e coca in cambio di favori e appalti.

9 settembre 2009
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