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Un "funerale per Venezia" piu' che mai viva

di Silva Menetto

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14 novembre 2009

Più che un funerale, è stata una festa.
La bara fucsia c'era, come da programma, e dentro dovevano esserci le povere spoglie di una Venezia che ormai sopravvive a stento all'assalto dei 20 milioni di turisti all'anno che la invadono.

Un corteo acqueo di imbarcazioni a remo lungo il Canal Grande, con tanto di portabara vestiti col mantello nero del classico costume della bauta veneziana. Uomini e donne che, arrivati davanti alla sede del municipio di Cà Farsetti, hanno letto telegrammi di cordoglio per una città scesa ormai al di sotto del muro simbolico dei 60mila residenti, soglia minima che permette ad un centro abitato di definirsi città.

Venezia insomma sarebbe poco più che un paese.
Il "Funerale di Venezia" è andato in scena questa mattina secondo il copione che l'Associazione "Venessia.com" aveva organizzato e pubblicizzato da giorni. Ma le esequie si sono trasformate presto in una festa, con i veneziani a brindare a prosecco e i turisti impazziti a scattare foto dalle rive e dal Ponte di Rialto, per una manifestazione che aveva un gusto davvero singolare.

E poi canti, applausi, cori da stadio al grido di "Venezia, Venezia" per dimostrare che questa città è tutt'altro che in via di estinzione. Dalla bara infatti, dopo l'orazione funebre, è uscita - con un colpo di scena - l'effigie della Fenice, il mitico uccello in grado di rinascere dalle proprie ceneri.

Una rinascita annunciata insomma, perché l'obbiettivo del social network "Venessia.com" (che dalla comunità virtuale si è trasformato in associazione di persone fisiche) era quello di portare all'attenzione di tutti i gravi problemi della residenzialità in laguna, le case trasformate in alberghi o B&B, la mancanza di servizi (asili nido, scuole, etc.), il costo eccessivo della vita.

La parte propositiva è poi partita con "AAA aspiranti veneziani cercansi", la raccolta di firme avviata dal social network tra tutti coloro che vorrebbero diventare cittadini veneziani ma non ne hanno l'opportunità. Le firme raccolte saranno poi consegnate a marzo, dopo le elezioni amministrative, al nuovo sindaco di Venezia, di qualsiasi colore politico sarà, per dargli un messaggio forte che la città non è disposta e rassegnarsi di fronte al fatto di diventare un'altra Disneyland o Gardaland. Venezia insomma è città viva e i suoi cittadini lo hanno voluto dimostrare, in maniera folckloristica ma sicuramente di effetto. La parola adesso passa alla politica.

Intanto un risultato gli ideatori del "Funerale di Venezia" lo hanno già ottenuto. Giusto ieri l'assessore comunale alla residenza Mara Rumiz ha indetto una conferenza stampa sui temi della residenzialità e dello spopolamento della città storica, illustrando i progetti del Comune per bloccare l'emorragia di residenti.

14 novembre 2009
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