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La cattura di Fidanzati. È stato un ispettore di polizia a porre fine alla latitanza di Gaetano Fidanzati, arrestato ieri in via Marghera, a Milano, mentre passeggiava con il cognato. Il poliziotto ha riconosciuto il vecchio boss mafioso e ha avvertito la squadra Mobile del capoluogo lombardo, sulle tracce di Fidanzati da alcuni mesi. In pochi minuti gli agenti della catturandi hanno raggiunto via Marghera e hanno bloccato l'anziano boss. Fidanzati, che era senza documenti, ha fornito delle false generalità ai poliziotti che lo hanno condotto in Questura. Nell'abitazione del boss la polizia ha trovato il documento di identità con la foto di Fidanzati e le false generalità fornite al momento dell'arresto. Prima di essere trasferito in carcere, Fidanzati ha chiesto delle sigarette e ha detto ai poliziotti di essere malato e di dovere assumere delle medicine.
La 'ndrangheta uccide un diciottenne. Davanti a una pizzeria di Taurianova è stato ucciso Francesco Maria Inzitari, 18 anni, nativo di Rizziconi, che stava andando alla festa di compleanno di un'amica. Non gli hanno lasciato scampo. Due persone lo hanno fulminato sparandogli contro dieci colpi di pistola calibro 9x21 (esiste solo in Italia). Un cognome conosciuto, quello della giovane vittima, che potrebbe anche essere all'origine del suo omicidio. Il padre, Pasquale Inzitari, imprenditore, per anni è stato un politico di primo piano della piana di Gioia Tauro, ricoprendo anche l'incarico di vice sindaco e assessore di Rizziconi e arrivando alla candidature per le politiche del 2006 con l'Udc senza essere eletto. La sua carriera politica si è interrotta nel maggio del 2008, quando è stato arrestato insieme a Domenico Rugolo, di 73 anni, considerato uno dei boss della 'ndrangheta della Piana. E nel settembre scorso è giunta la condanna a sette anni e quattro mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Gli investigatori non escludono alcuna ipotesi, ma la prima pista che intendono seguire per dare un volto agli assassini di Francesco Maria è proprio quella della vendetta trasversale. Perchè di sicuro il delitto è di chiaro stampo mafioso, tant'è che l'inchiesta, condotta dai carabinieri, dopo i primi atti urgenti della Procura di Palmi, passerà alla Dda di Reggio Calabria.