Iva agevolata per le connessioni in rete e una Tremonti-ter per rendere più appetibile alle aziende il mercato di internet. Attenzione anche alla sicurezza telematica e, soprattutto, a ridurre il digital divide ancora esistente nel Paese: oggi 8 italiani su 10 sono senza banda larga e circa 30 milioni non utilizzano internet. Quale futuro attende quindi la rete? Lo abbiamo chiesto a Mario Valducci (Pdl), presidente della commissione Trasporti e telecomunicazioni, e a Sandro Gozi (Pd), membro della commissione Politiche europee, a margine di un convegno alla Camera su accesso universale e reti intelligenti, organizzato in partnership con Baia (Business Association Italy America).
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Telefonica si sta facendo sotto, attraverso Telecom. Quanto è importante che la rete fissa rimanga di proprietà italiana? |
Non ripetiamo una seconda Alitalia. Il futuro di internet non può rimanere legato alle scelte, che si faranno, sui futuri assetti proprietari della rete. Italiani o spagnoli, quello che conta sono i risultati e le singole modalità con cui vengono realizzati. | | È fondamentale. La mia proposta è creare una società ad hoc, pubblica, partecipata anche dagli enti locali, chiamata a operare in un mercato competitivo. Esattamente come fa Terna nel settore dell'energia elettrica. |
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Il Cipe sta per sbloccare 1,4 miliardi per la banda larga. Come andrebbero utilizzati questi soldi? |
Per le zone più remote e per risolvere il problema del digital divide, come del resto è previsto dalla legge. Ben vengano poi altre soluzioni, come incentivi fiscali e agevolazioni varie per attrarre gli investimenti, soprattutto privati. A patto però che le norme siano semplici e chiare e i controlli certi. | | Per attrarre investimenti. Serve una cabina di regia per gestire e collegare le tante reti locali. Come maggioranza stiamo ragionando per introdurre un'Iva agevolata sulle connessioni e sconti fiscali (nelle forma del credito d'imposta) sugli investimenti da parte delle imprese che operano nel settore. |
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Internet e contenuti è un altro problema della rete: si risolve chiudendo i siti più violenti o rettificando entro 48 le notizie, come previsto dal ddl sulle intercettazioni? |
Sono contrario a controlli e risposte repressive generalizzate e generiche. Le leggi ci sono e vanno applicate. Bisogna combattere l'anonimato e anche internet deve avere una sorta di "protocollo" che tutti sono tenuti a rispettare. | | Oggi i motori di ricerca sono i maggiori editori del mondo. È chiaro che un controllo su cosa si pubblica sia necessario e i reati vanno sempre perseguiti e puniti. Penso che oltre alle norme, serve uno sforzo di tutti. Ma non si può far passare per informazione qualcosa che non lo è. |
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