Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale le leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata che impediscono l'installazione di impianti nucleari nei loro territori.

La decisione è stata presa su proposta del ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, d'intesa con il ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto. «L`impugnativa delle tre leggi è necessaria per ragioni di diritto e di merito», ha sottolineato il ministro Scajola. «In punto di diritto - ha spiegato - le tre leggi intervengono autonomamente in una materia concorrente con lo Stato (produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica) e non riconoscono l`esclusiva competenza dello Stato in materia di tutela dell`ambiente, della sicurezza interna e della concorrenza (articolo 117 comma 2 della Costituzione)».

Per il ministro «non impugnare le tre leggi avrebbe costituito un precedente pericoloso perché si potrebbe indurre le Regioni ad adottare altre decisioni negative sulla localizzazione di infrastrutture necessarie per il Paese». Nel merito, ha aggiunto poi Scajola, « il ritorno al nucleare è un punto fondamentale del programma del governo Berlusconi, indispensabile per garantire la sicurezza energetica, ridurre i costi dell`energia per le famiglie e per le imprese, combattere il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra secondo gli impegni presi in ambito europeo». Scajola ha poi ricordato che al prossimo Consiglio dei ministri del 10 febbraio ci sarà l`approvazione definitiva del decreto legislativo recante tra l`altro misure sulla definizione dei criteri per la localizzazione delle centrali nucleari.

Immediate le reazioni dell'opposizione. Per l'Italia dei valori la parola d'ordine è referendum. Il leader Antonio Di Pietro annuncia che da domani si apre «la stagione referendaria per i "no" alle centrali nucleari». Al Sole 24 Ore.com, Roberto Della Seta (Pd) ha detto che «al di là del merito della scelta nucleare, alla quale siamo comunque contrari, le procedure scelte, irrispettose della Costituzione, impediranno di realizzare le scelte del Governo perché hanno innescato un conflitto istituzionale che durerà anni». Per Ermete Realacci (Pd) l'azione del Cdm «é una debole ritorsione, visto che già il Governo è di fronte alla Corte costituzionale per l'inaccettabile legge che impone, unico caso in un paese occidentale, anche attraverso la militarizzazione dei siti, la costruzione delle centrali nucleari contro il volere delle regioni e dei territori».
Cosa c'è scritto nelle 3 leggi della discordia