Giovanna Melandri non sarà in piazza con il Pd, l'Italia dei Valori e le altre forze di centrosinistra sabato, contro il decreto "salva liste" e lo dice senza usare mezzi termini: «Ne capisco le ragioni ma non mi sento in alcun modo di aderire, sostenere o partecipare a una manifestazione in cui c'è il rischio che qualcuno dal palco chieda l'impeachment del presidente Napolitano».
È una posizione condivisa anche da altri nel Pd?
Parlo per me. Penso che tutto possa accadere in questo momento tranne che colpire sul piano istituzionale il Capo dello Stato. Mi ha fatto piacere che il coordinamento del Popolo Viola abbia chiarito che il loro obiettivo è il governo, questa maggioranza, e non il presidente della Repubblica. Purtroppo non è la prima volta che Antonio Di Pietro usa toni e parole per me totalmente inaccettabili verso il Capo dello Stato. Non so come si deciderà di gestire il palco ma, e lo dico utlizzando le parole di Bersani, guai a trasformare questa mobilitazione in una manifestazione che abbia delle ambiguità su questo punto. Mi sento più impegnata a fare campagna elettorale, perchè credo che il modo migliore per rispondere a questo pasticcio, in cui ci hanno messo Berlusconi e la sua maggioranza, sia vincere le elezioni regionali. Ci sono alcune regioni dove siamo testa a testa: il Lazio, la Puglia, la Liguria. Nei prossimi giorni sarò in queste zone a fare campagna elettorale.
Bersani propone il disarmo, con la rinuncia a tutti i ricorsi per le liste escluse, il presidente del Consiglio dietro al caos vede «un disegno pensato». Toni decisamente differenti
Abbiamo un presidente del Consiglio che invece di comportarsi da capo di un Esecutivo, che è il governo di tutti gli italiani, interpreta il ruolo di rappresentante di lista come se fosse il presidente Pdl del Lazio. È un comportamento inaccettabile, contro i magistrati, i prefetti, le forze dell'ordine, contro un sistema di legalità. Il Lazio invece meriterebbe un confronto politico-elettorale all'altezza della regione che è, all'altezza di un confronto fra due donne entrambe autorevoli, forti. La Polverini invece purtoppo sta accettando un dibattito drammaticamente impoverente.
Crede che i toni utilizzati da Berlusconi siano una risposta ai timori di una possibile disaffezione di elettori Pdl?
Se è così è una strategia dell'impazzimento, perchè finora questo atteggiamento non ha premiato. La vicenda delle liste ha dimostrato una inettitudine del Pdl, anche se all'origine c'è un problema politico. Mi auguro che il centrodestra non vinca nel Lazio perchè se i suoi rappresentanti sono stati così inetti, incapaci e inefficienti nella presentazione della lista, trasferirebbero questi problemi nella gestione del governo. Il Pdl nel Lazio è tutt'altro che una coalizione omogenea e stabile, la vicenda delle liste lo ha dimostrato. Noi ora dobbiamo evitare di cadere nella trappola. Berlusconi alza di nuovo i toni? Noi tranquillamente dobbiamo dire che sono incapaci di governare il Paese, il Lazio in particolare.
L'esclusione della lista Pdl potrebbe produrre una polarizzazione del voto
Nel Lazio è già stato così, i candidati presidenti hanno sempre avuto una forte risposta personale e hanno ottenuto più voti della maggioranza che li ha sostenuti, in virtù del sistema elettorale, ma anche perchè qui la partita è molto competitiva. Penso che lo svantaggio della Polverini oggi, riconosciuto dai sondaggi, derivi dal fatto che questa vicenda ha drammatizzato la questione della lista e non ha fatto emergere il confronto tra le due candidate. È un peccato per la democrazia, ma è un vantaggio per la Bonino e di questo me ne rallegro. Ci sono stati precedenti in cui per il solo presidente, ed è accaduto sia nel caso di Storace che di Marrazzo, hanno votato quasi il 15% degli elettori del Lazio. In questa regione c'è una buona quota di elettori che sceglie la personalità, più che altrove le coalizioni sono mobili e chi vota può passare con maggiore facilità da una parte all'altra.
Quindi lei vede la possibilità non solo di astensionismo tra gli elettori di centrodestra ma anche di un travaso di voti per voi
Mi auguro di sì. Emma Bonino è una candidata autorevole, capace, anche di intercettare questo travaso potenziale, in più sta facendo una campagna elettorale con una piattaforma che invece dall'altra parte non c'è. Mi stupisce la Polverini perchè aveva le possibilità di profilare la sua candidatura con una certa autonomia dalla maggioranza che la sostiene, invece per ora non l'ha fatto. E questo è un gravissimo errore politico.
Quali considera gli elementi forti su cui puntare la campagna elettorale della Bonino?
La sanità, soprattutto per la rilevanza che ha sul bilancio regionale, ma anche le linee di intervento per lo sviluppo del territorio legato alla qualità ambientale, turistica, culturale, che per il Laizo è decisiva. Serve un investimento sui grandi attrattori culturali e turistici, non solo su Roma ma su tutta la regione, proseguendo il lavoro cominciato dalle giunte capitoline precedenti e che questa amministrazione sta completamente dismettendo. È un tema che ha a che vedere anche con il nostro no al nucleare, ma non in una chiave Nimby, not in my back yard (non nel mio cortile, ndr). Questa maggioranza è per il nucleare, ma poi i candidati delle regioni nel loro territorio non lo vogliono. Un altro tema fondamentale è quello delle politiche sociali e dell'intervento sul lavoro, in particolare per i giovani.
Berlusconi dietro al caos liste vede un «disegno ben pensato»
Bersani: «È un disco rotto»
Il «pasticcio» delle liste costa tre punti al Pdl (di Roberto D'Alimonte)
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