Un «lugubre carro di Tespi». Silvio Berlusconi ha definito così, a SkyTg24, la trasmissione di Michele Santoro Raiperunanotte, citando il drammaturgo greco che secondo Orazio girava l'Attica con un carro su cui montava un palco. Eppure la premessa era stata: «Non mi sono affatto scagliato contro questa manifestazione. Mi hanno chiesto un parere e ho detto "non lo do" perché sarei stato troppo severo». Il presidente del Consiglio si è comunque detto convinto che «molti ascoltatori abbiano tratto indicazioni opposte a quelle volute dagli organizzatori di questo lugubre carro di Tespi».
Berlusconi ha quindi ribadito le accuse mosse al conduttore di Annozero: «Io su Santoro ho un'opinione molto precisa che ho sempre detto a tutti: ritengo inaccettabile, incivile e barbaro che si faccia a una persona, che magari è già sotto processo in tribunale, un processo senza che si consenta a questa persona di potersi difendere con la presenza di un avvocato. Questo, tanto più non si può fare in una televisione pagata con i soldi di tutti».
«Si deve sapere quanti sono stati gli italiani - ha proseguito - che mi hanno detto non pago più il canone perchè non voglio che con i miei soldi si facciano cose simili: questo ho detto anche a un membro dell'Agcom sentendo di fare una cosa non solo legittima, ma doverosa. E con il presidente di questa commissione ho sollecitato intervento che, ahimè, non è venuto e credo che in questo l'Agcom abbia assolutamente mancato ai suoi doveri».
Ma cos'è esattamente il «carro di Tespi»? Un teatro itinerante, ambulante, la cui origine risale all'antica Grecia. Prende infatti il nome da Tespi d'Icaria, leggendario personaggio che la tradizione del teatro greco antico indica come iniziatore del genere tragico.
L'uso di questa definizione da parte di Berlusconi si presta a varie interpretazioni dopo l'accostamento fatto da Santoro ieri sera tra il fascismo e il berlusconismo. Con il termine carro di Tespi, nel Ventennio, si battezzarono infatti delle strutture che allestivano rappresentazioni teatrali per iniziativa del ministero della Cultura Popolare, il cosiddetto Minculpop, che aveva durante il Ventennio il compito di controllo e organizzazione della propaganda del fascismo. In questi teatri ambulanti, che arrivavano nei comuni non dotati di un teatro stabile, il palcoscenico sormontato da un telone fronteggiava le tribune dove si disponeva il pubblico.
Il primo carro di Tespi, a cura dell'Opera Nazionale Dopolavoro, fu inaugurato a Roma nel 1929: mise in scena l'Oreste dell'Alfieri, che dopo la prima nella piazza del Pincio a Roma partì per una tournee in tutta la Penisola. L'immediato e diffuso successo delle rappresentazioni di prosa (i carri di Tespi erano affidati a compagnie che presentavano ciascuna due opere del repertorio italiano) portò alla creazione di un carro di Tespi lirico, che venne inaugurato nel 1930 con la Bohème di Puccini a Torre del Lago, diretta da Mascagni.
Seguirono una serie di tournée internazionali in Belgio, Albania, Dalmazia e Sudamerica. Tra le opere: Cavalleria rusticana di Mascagni (diretta dal compositore) a Livorno (1930); Aida di Verdi a Roncole di Busseto (1931); Il barbiere di Siviglia di Rossini (1932); Norma di Bellini (1934). Sia il carro di Tespi lirico che quelli di prosa davano lavoro a centinaia di persone, fra tecnici ed attori, e furono attivi per un decennio.