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Casson (Pd) e Berselli (Pdl)
a confronto sul legittimo impedimento

di Nicoletta Cottone

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9 marzo 2010

Due articoli, con 8 commi in tutto, che fanno discutere. Per l'opposizione il ddl sul legittimo impedimento è un provvedimento per evitare che siano celebrati i processi nei quali è imputato il premier, dopo la bocciatura del Lodo Alfano. Per la maggioranza è un disegno di legge transitorio, in attesa della legge costituzionale da varare entro 18 mesi, con una disciplina organica sulle prerogative del premier e dei ministri. Il Sole24ore.com ha chiesto un parere sul provvedimento al presidente della commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli (Pdl) e all'ex magistrato e senatore del Pd, Felice Casson.


Filippo Berselli (Pdl)
CHI È
Felice Casson (Pd)
CHI È



Il Pd ritiene che il ddl sul legittimo impedimento non sia altro che una fotocopia del Lodo Alfano bocciato dalla Consulta. Che ne pensate?
È un provvedimento completamente diverso, che può essere utilizzato in caso di eventuale impedimento del premier. Natura, obiettivi e impostazione sono completamente diversi. Non sono, insomma, provvedimenti assimilabili. Dire che è un ddl fotocopia vuol dire avere le idee confuse: si può criticare, ma non dire che siano provvedimenti uguali.È ancora peggio. Nell'articolo 2 del disegno di legge i proponenti si rendono conto che serve una legge costituzionale quando affermano che le disposizioni si "applicano fino alla data di entrata in vigore di una legge costituzionale". Dunque hanno consapevolezza dell'incostituzionalità del provvedimento adottato.
L'opposizione ha segnalato gravi profili di costituzionalità sia in relazione al principio di uguaglianza, sia per quanto riguarda la riserva di legge costituzionale stabilità dall'articolo 138. Ritenete che il provvedimento possa essere incostituzionale?
Chi ritiene ci siano profili di incostituzionalità solleverà le pregiudiziali in aula che saranno votate dall'assemblea. Certo che prima o poi la legge sarà sottoposta al vaglio della Corte costituzionale. Chi vivrà, vedrà. Prima in Italia c'erano 60 milioni di tecnici della nazionale che volevamo dettare la formazione, oggi ci sono 60 milioni di costituzionalisti improvvisati. Mi viene da sorridere.È un provvedimento palesemente e manifestamente incostituzionale, che creerà problemi al presidente della Repubblica al momento della firma. Non c'è solo un problema di forma, ma una violazione del principio di uguaglianza che non può essere superato neanche utilizzando una legge costituzionale.
Ci sono perplessità sull'estensione dell'ambito applicativo ai ministri, che secondo l'Idv consentirebbe di dare l'incarico anche a soggetti con pendenze penali per sottrarli ai giudizi. Quale è il vostro parere?
Se non ci fosse stata l'estensione ai ministri avrebbero detto che la norma era incostituzionale perché riferita solo al premier. Criticare il merito del provvedimento è legittimo per l'opposizione, ma non bisogna mascherare la critica. La questione di fondo è che ci sono idee poco chiare, si solleva un polverone per niente. Alla fine, comunque, se ci sono norme incostituzionali la Corte costituzionale interverrà.È un rischio presente sia per il premier, sia per i ministri. L'aspetto peggiore è la rottura dell'ordine costituzionale, la sensazione che ci siano persone al di sopra degli altri cittadini.
Come si raccorda il ddl sul legittimo impedimento con la riforma della giustizia sui cui il Governo sta lavorando?
Sono due cose diverse, non è che approvare un ddl sul legittimo impedimento sia fare una grande riforma del processo penale. Si tratta di affrontare con provvedimenti limitati, alcuni aspetti limitati. La riforma della giustizia avrà ben altro respiro.Non si raccorda. Perché in Italia ci sarebbe bisogno di una riforma reale e concreta della giustizia, dell'intero impianto processuale, occorrerebbero risorse adeguate per il funzionamento, per i magistrati e i cancellieri. Abbiamo presentato come Pd un pacchetto di disegni di legge ad hoc, che sono stati messi nel cassetto dalla maggioranza, per portare avanti solo alcuni provvedimenti che tutelano poche persone. È un sistema per far saltare la macchina della giustizia.

9 marzo 2010
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