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Di sicuro intorno alla parola "Waqf al islami in Italia" girano diversi milioni di euro visto che sono 20 gli immobili intestati alla comunità locale che gira le donazioni e ottiene l'immobile in comodato d'uso. Il presidente Mohamed Asafa ha affidato al waqf le risorse della Casa della cultura islamica di Milano e ora denuncia: «Tutti i nostri soldi sono intestati a questa associazione, che non è una fondazione e ha rifiutato anche di ridarceli indietro. In più si sono presi anche l'immobile senza il nostro consenso. Peraltro loro fanno parte dell'Ucoii, mentre noi siamo indipendenti».
Mohamed ora è in causa con il Waqf al Islami in Italia che, come detto, è una semplice associazione. Gli immobili diventano dunque proprietà del waqf. Nella giurisdizione italiana non c'è una normativa che lo preveda allo stesso modo di com'è regolamentato nella Sharia. Basta forse questa anomalia a segnalare quel vuoto che ancora non è stato risolto sui finanziamenti dell'Islam di casa. Sapere chi finanzia l'Islam e le moschee è importante per capire il nostro futuro. E ciò al fine non solo di tutelarci ma anche di tutelare questa minoranza che ancora non riesce a trovare una voce autorevole che la guidi. Anche perché sono in gioco non solo i suoi soldi e risparmi ma anche le sue idee e la sua crescita culturale, che anche da quei luoghi si forma.
I metodi di finanziamento delle moschee