Gira gira, quelli che contano davvero sono in pochi. E per contare, in Lombardia, si intende gestione di risorse finanziarie, controllo sulla realizzazione delle opere, rapporti con le lobby politiche e imprenditoriali nazionali. Tolto il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, responsabile di un budget che ogni anno si aggira intorno ai 23 miliardi, gli assessori che avranno in mano le sorti del territorio nei prossimi 5 anni non saranno più di quattro o cinque.
Primo della lista il leghista Luciano Bresciani, assessore alla Sanità, che gestisce da solo 17 miliardi, la fetta più importante di tutto il bilancio. Subito dopo Formigoni, è quindi Bresciani l'uomo più potente del Pirellone. Settant'anni, cardiochirurgo personale di Umberto Bossi, Bresciani è al secondo mandato. Leghista da una parte ma conosciuto come un moderato dall'altra, ha messo d'accordo sia Formigoni sia la Lega Nord, che dopo il risultato delle elezioni chiedeva di sedere nei posti chiave della Regione. E la sanità è, in effetti, il posto chiave per eccellenza, che da sola assorbe oltre il 75% delle risorse regionali, e dove si riversano sia la maggior parte dei tributi lombardi che una grossa fetta dei trasferimenti statali. Questo, ovviamente, al netto delle nomine dei dirigenti delle 15 Asl e delle 29 Aziende ospedaliere, definibili come il risultato di una «valutazione politica e professionale», e che pertanto vengono (e verranno) scelti in buona parte dallo stesso Formigoni.
I restanti 6 miliardi all'anno verranno divisi prevalentemente tra Andrea Gibelli, 42 anni, assessore a Industria, artigianato e edilizia, già parlamentare nel gruppo della Lega Nord; Domenico Zambetti, 57 anni, Pdl, assessore alla Casa, già assessore all'Artigianato; Raffaele Cattaneo, 42 anni, Pdl, confermato per la seconda volta assessore alle Infrastrutture e alla mobilità.
Questi tre assessorati, da soli, dovrebbero rappresentare anche in questa legislatura le aree più "ricche". Calcolare con esattezza la ripartizione sarà possibile a giugno, quando la Regione presenterà il Documento di programmazione economica e finanziaria, che detterà le linee per il bilancio del 2011.
Va sottolineato che da quest'anno le attività produttive sono state riunite tutte sotto la guida del leghista Gibelli, che da solo sovrintenderà a industria, artigianato, imprese edili e cooperazione, mentre nella legislatura precedente l'industria e artigianato erano separate. Rimane fuori solo il commercio, che insieme a turismo e servizi verrà governato da Stefano Maullu (Pdl). Questo ovviamente significa che le attività produttive ai tempi della Lega rappresenteranno un assessorato piuttosto importante, e che probabilmente, considerando il periodo di crisi, assorbirà buona parte di quei 6 miliardi.
Per quello che riguarda le competenze di Cattaneo, va sottolineato che il potere del suo assessorato non va guardato alla luce della sola capacità finanziaria Il mondo del trasporto e delle opere pubbliche è uno di quegli ambiti dove più si gestiscono i rapporti con i gruppi privati e dove più si può contribuire alla realizzazione di grandi alleanze. Basti pensare che proprio Cattaneo ha guidato un anno fa la fusione tra Trenitalia e LeNord, dando vita alla prima società regionale ferroviaria in Italia partecipata sia dalla Regione che dallo Stato, e che proprio dallo Stato è riuscita ad ottenere più risorse di quante ne abbiano avute le altre regioni.
Proprio perché il potere non è solo finanziario, ma anche politico, bisogna ricordare che all'assessorato ai Servizi idrici, alle bonifiche e alle telecomunicazioni, guidato da Marcello Raimondi (Pdl, 49 anni), spetterà il compito di accompagnare la Lombardia verso la complessa liberalizzazione dell'acqua. Nella scorsa legislatura ci aveva già provato Massimo Buscemi (Pdl, oggi assessore alla Cultura), che con una legge in salsa lombarda aveva provato a scorporare le reti dai servizi, lasciando le reti al pubblico e aprendo al regime di gara solo il servizio. Ma la norma proposta dalla Lombardia è stata bocciata dalla Corte costituzionale, pertanto nulla di fatto.
La palla passa quindi a Raimondi, che dovrà valutare se realizzare un'unica Ato regionale, aprire la strada ai grandi gruppi privati o, addirittura, come sperato dalla Lega, abolire le stesse Ato e passare tutte le competenze idriche alle Province. Raimondi nella passata legislatura è stato vicepresidente del gruppo di Forza Italia, ed è lui l'ideatore del buono scuola, attraverso cui la Lombardia finanzia indirettamente la scuola privata (con un rimborso che va alle famiglie).
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