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Russia, Medvedev eletto presidente
con il 70% dei voti

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3 marzo 2008
(AP Photo/Ivan Sekretarev)
ANALISI
Un tandem di potere nel segno della continuità
di Piero Sinatti

Al Cremlino arriva il «delfino» di Vladimir Putin che ha ribadito di voler proseguire il corso politico del suo predecessore. Buon secondoil leader comunista Ziuganov con il 18%, al terzo posto l'eccentrico ultranazionalista Zhirinovski con il 10 per cento


Dmitri Medvedev è stato eletto presidente ella Russia con il 70,23% dei voti, dopo lo spoglio praticamente completo delle schede elettorale, ponendosi come il naturale sostituto del presidente uscente Vladimir Putin. del quale, ha subito sottolineato, intende proseguire il corso politico. Al secondo posto sembra consolidarsi il leader comunista Ghennadi Ziuganov, che si aggiudica il 18,2%, seguito dal candidato ultranazionalista, l'eccentrico Vladimir Zhirinovski con il 9,9%. Quarto, distanziato di molto, l'altro candidato semisconosciuto Andrei Bogdanov, al quale è andato finora solo l'1,2% delle preferenze. Sembra confermata anche la alta affluenza alle urne, che la commissione elettorale prevede intorno al 67%, contro il 64,4% delle presidenziali di quattro anni fa.

L'opposizione tuttavia solleva forti dubbi su quella e altre cifre, fioccano le denunce di brogli e si annunciano ricorsi. Al di là dell'effettiva affluenza (in alcune zone come la Cecenia troppo alta per essere verosimile), la percentuale di consensi attribuiti a Medvedev appare credibile, dato il relativo peso politico dei soli rivali ammessi. Zhirinovski aveva in un primo tempo annunciato ricorso contro i risultati, ma ha subito dopo detto di voler rinunciare, affermando di non essere in grado di dimostrare i probabili brogli. Ziuganov invece ha confermato il ricorso in tribunale, sostenendo che il dato reale dei suoi consensi è «almeno del 30%» e che il suo partito ha raccolto un dossier su 200 casi di irregolarità. Bogdanov invece ha incassato il flop con grazia, definendo «corretto» il voto. Quanto all'opposizione democratica, non è stata messa in condizione di produrre neanche una candidatura: all'ex campione mondiale di scacchi Garry Kasparov è stato in pratica impedito di creare un suo gruppo di iniziativa; l'ex premier liberale Mikhail Kasianov si è visto respingere come false le firme a suo sostegno; il leader dell'Unione delle forze di destra Boris Nemtsov ha rinunciato invitando al boicottaggio dopo che il candidato da lui indicato, lo scrittore dissidente Vladimir Bukovski, era stato bocciato dalla Corte costituzionale per un problema di doppio passaporto.

Medvedev, che al momento del voto aveva spiegato l'evidente buonumore col fatto di «sentire la primavera nell'aria», potrà iniziare il 7 maggio, dopo il periodo previsto per il passaggio delle consegne, la sua stagione di numero uno del Cremlino. Con Putin come premier: il successo del neo-presidente è dovuto essenzialmente al ticket creato col predecessore, che ha accettato di guidare il nuovo governo. Se Vladimir manterrà la parola - c'è chi pensa che l'annuncio sia stato solo un espediente per blindare il successo del "delfino" -si assisterà nei prossimi mesi a una delicata coreografia fra i due sodali. L'attuale presidente, stando al tam-tam dei corridoi del Cremlino, avrebbe già detto che non terrà foto del suo pupillo appese sopra la scrivania. Medvedev comunque, parlando coi gornalisti a Mosca nella tarda serata di domenica, ha sottolineato la sua intenzione di continuare il corso politico di Putin, anche se - ha rilevato - spetta al presidente, e quindi a lui, la definizione della politica estera. «Penso che vi sarà una diretta continuazione della politica portata avanti al presidente Putin», ha detto Medvedev, che ha assistito insieme a Putin a un concerto rock organizzato dai fedelissimi del Cremlino a ridosso della Piazza Rossa per festeggiare la vittoria. «Noi abbiamo fiducia l'uno nell'altro e questa è probabilmente la cosa più importantè, ha aggiunto il futuro presidente riferendosi ai suoi rapporti con Putin. Medvedev ha tenuto a rilevare che è il presidente in virtù della Costituzione, a determinare la politica estera.

Tema principale della sua politica internazionale ha osservato, sarà la difesa degli interessi russi con tutti i mezzi legali. L'immagine di Dmitri Medvedev e di Vladimir Putin l'uno accanto all'altro al concerto rock sulla Piazza Rossa ha simboleggiato al meglio il passaggio di poteri indolore e la continuità nella politica del Cremlino, diretta a ridare alla Russia il suo posto di grande potenza che aveva perso dopo la caduta del comunisme gli anni della presidenza di Boris Eltsin. Una politica, quella del tandem Medvedev-Putin, che punta a restituire al Paese più grande del mondo una posizione di punta nella politica internazionale, facendone una autentica potenza economica e diplomatica.

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