Comunque vada, il voto di oggi in Texas, Ohio, Rhode Island e Vermont sarà determinante per i due candidati alle primarie democratiche americane. Barack Obama proverà a sferrare il colpo del ko, e se gli riuscisse avrebbe in tasca la nomination presidenziale. Hillary Clinton cercherà, dopo 11 sconfitte consecutive, il riscatto che le permetterebbe di tornare in gioco con forza, e di far valere l'importanza dei successi negli Stati che contano (in palio ci sono 228 delegati in Texas e 161 in Ohio).
Se i due si spartissero il bottino - cosa non improbabile guardando gli ultimi sondaggi che segnalano un serrato testa a testa - permarrebbe la situazione di incertezza, ma in definitiva favorevole al senatore afroamericano, che ha più delegati (1.369 contro i 1.267 dell'avversaria, secondo la Cnn), ha vinto in più Stati, ha conquistato più voti. E a quel punto per l'ex first-lady sarebbe difficile ribaltare le posizioni nelle sfide che rimangono sino al 7 giugno, data dell'ultima competizione in Porto Rico.
I due candidati hanno condotto una campagna intensa, aggressiva e complicata data la diversità dei due Stati, che li ha costretti ad aggiustare il tiro e a trattare i temi sul tappeto in modo mirato. A cominciare dal Nafta (l'accordo di libero scambio firmato da Stati Uniti, Canada e Messico sotto la prima presidenza Clinton), visto come il fumo negli occhi in Ohio dove avrebbe causato la perdita di molti posti di lavoro, e come un'opportunità di sviluppo in Texas, dove le comunità di confine ne hanno tratto benefici. I due si sono attaccati sulla sicurezza, a colpi di inquietanti spot su chi offre maggiori garanzie di protezione al Paese. Proprio nella pubblicità televisiva Obama ha investito il doppio della rivale, spendendo 10 milioni in Texas e 5,3 milioni in Ohio, cifre che non includono i costi per i messaggi in spagnolo destinati ai latinos, importante fetta dell'elettorato texano.
Lo staff del senatore dell'Illinois ha allestito 10 uffici in Texas, mentre in Ohio ha arruolato Paul Tewes, lo stesso che propiziò la prima sorprendente vittoria in Iowa e per il quale stanno lavorando 150 persone. La Clinton conta su un esercito di volontari, molti dei quali arrivati a dare man forte da New York e Washington. In Ohio ha dalla sua l'appoggio del governatore Ted Strickland, e ha fatto una campagna a tappeto concentrando i suoi sforzi nelle aree rurali e nel Sud-Est dello Stato.
Un aiuto all'ex first-lady può arrivare da Tony Rezko, l'immobiliarista dell'Illinois vicino a Obama accusato di riciclaggio, tentata estorsione, frode e corruzione. Il processo a suo carico si è aperto ieri ed è un'ombra fastidiosa sulla campagna del candidato afroamericano: il Wall Street journal si è chiesto ieri come mai i legami del repubblicano John McCain con i lobbisti siano giustamente finiti sotto il microscopio e lo stesso non avvenga per Obama.