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Tra sfratti e aumento delle tariffe nuove minacce alla libertà di stampa in Russia

di Piero Sinatti

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30 maggio 2008

Il Comune di Mosca ha inoltrato (26 maggio) alla direzione dell'autorevole quotidiano "Nezavismaja Gazeta" (NG) un'ingiunzione perché lasci entro un mese i suoi locali nella centralissima via Mjasnitskaja entro un mese. L'edificio in cui si trovano deve essere risanato.

Uno sfratto e alcune critiche
La notizia ha fatto scalpore nel mondo mediatico russo, e non solo. Oggi il giornale interessato ne ha dato notizia rilevando alcuni aspetti a dir poco singolari della vicenda. L'intimazione – con ricorso a misure costrittive se non immediatamente ottemperato - è stata inviata soltanto al giornale. Non ad altri affittuari del palazzo da restaurare (tra cui un bar e un ristorante). Inoltre, la legge dà tre mesi per l'abbandono del locale affittato. In terzo luogo, non sono reperibili i stati i piani di risanamento.
Il pezzo di NG è molto ironico: i suoi autori sono sicuri che "il provvedimento non ha niente a che fare con la politica (…) nessuno attenta in nessun caso alla libertà di parola ! Si tratta solo di coincidenze".
Le coincidenze sono queste: in aprile NG criticò le intenzioni del Comune di Mosca di ripristinare i famigerati "subbotniki" sovietici, prestazioni di lavoro volontario non retribuito nel sabato per mantenere in ordine e pulizia la città. Alla guida del Comune di Mosca da circa un quindicennio si trova l'iperenergico Jurij Luzhkov , cui si deve l'impetuoso e discusso cambiamento di volto della capitale, accompagnato dalla demolizioni di interi quartieri, di aree popolari di dacie e di palazzi storici: il tutto a favore di un'invadente edilizia di lusso, nel contesto di un mercato immobiliare che ha visto tra i protagonisti la sua (più giovane) moglie Elena Baturina: il primo miliardario in gonnella della Russia.
In maggio, NG criticò Luzhkov, noto per le sue vedute nazionalistiche, per aver dichiarato che la Russia deve esigere la restituzione della base navale di Sebastopoli, passata (illegalmente secondo il sindaco) all'Ucraina nel 1954, per volere dell'allora capo del PCUS Nikita Khrusciov. La dichiarazione ebbe come effetto immediato quello di accrescere la tensione già considerevole tra Mosca e Kiev.
NG si interrogava sull'utilità di un intervento come quello del sindaco in una materia non di sua competenza come la politica estera della Russia.
Non peregrina, per questo, è l'ipotesi che all'origine del provvedimento municipale ci siano le critiche contro il bollente sindaco mosse da un giornale che, fondato nel 1990 da un brillante e acuto giornalista e politologo come Vitalij Tret'jakov ha avuto sempre un alta qualità di informazione, ma una vita alquanto travagliata, tra l'altro cadendo nelle mani dell'oligarca Boris Berezovskij, che finì con il licenziare lo stesso Tretjakov.

Nesavisimaja
Anche se stampa solo 50-60 mila copie, il giornale è più ampiamente visitato in Russia e all'estero nell'edizione on.line, di ottima fattura. I suoi articoli, particolarmente informati sulla politica interna ed estera, e i suoi supplementi settimanali (cultura e libri, forze armate e industria degli armamenti, religione) fanno di NG un giornale di riferimento, elitario, di grandissima utilità per chi si occupa seriamente di fatti russi.
Nel 2005, Nezavisimaja (in russo vuol dire indipendente) è stata acquistata da Konstantin Remchukov, un personaggio dalla complessa biografia, che è stato sia consigliere del Kremlino, sia membro della direzione di una holding dell'oligarca Oleg Deripaska, il primo miliardario russo, finora nelle grazie del Kremlino.
Il giornale non ha mai preso posizione contro Putin e il suo sistema di potere. E' considerato vicino all'ideologo putiniano Vladislav Surkov, il teorico della "democrazia sovrana" e di una versione russa del New Deal rooseveltiano.
Tuttavia, NG non ha esitato a manifestare su singole questioni ed aspetti della politica russa opinioni indipendenti se non critiche.

Altre critiche di NG
Ha criticato, per esempio, lo stretto controllo del Kremlino sulla Commissione elettorale centrale e sull'Accademia delle scienze. Ha rimproverato i ritardi nelle indagini russe sul famigerato avvelenamento al polonio, a Londra, ai danni della spia Litvinenko: una delle cause della crisi dei rapporti anglo-russi.
Lo scorso aprile, NG, si spinse troppo, accusando addirittura l'influente capo di stato maggiore delle FFAA russe, il loquacissimo generale Jurij Baluevskij, di alimentare inopportunamente con sue minacciose dichiarazioni le tensioni tra la Russia da una parte e dall'altra la Georgia e l'Ucraina. Venerdì, però, attraverso il suo portavoce Sergej Tsoj, Luzhkov ha respinto con sdegno e ira le ipotesi che fanno di lui il responsabile o il mandante dell'ingiunzione al giornale. "Mai – ha detto – ho promosso iniziative contro chi dissente". Magari, non sono d'accordo i gay russi cui Luzhkov ha negato il diritto di organizzare il gay pride, in quanto "manifestazione satanica" (una è stata promossa per domenica prossima).
  CONTINUA ...»

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